DOCUMENTO PREPARATIVO ALLE RAZZE DI KASTALIA

Immaginate le Razze di Klotien come un tomo con molti capitoli. Ognuno di essi è dedicato ad una razza analizzandola rispetto a diversi parametri e ve ne sono di ulteriori, che trattano argomenti non meno importanti ma di secondo grado rispetto al resto.
Le razze sono state documentate da uno studioso, un antropologo ante litteram. Una sorta di filosofo di stampo Aristotelico, che si occupa di diverse discipline ed in grado di affrontarle tutte con una certa facilità. Egli ha passato tutta la sua vita ad osservare le altre razze, a studiarne la lingua qualora fosse possibile ed a procurarsi anche testi di altri dotti così da creare un tomo in grado di poter spiegare le peculiarità di ogni razza con una certa sicurezza e con ordine, soprattutto.

CHI È LO SCRITTORE DEL TOMO.

Man mano che procedevo con la scrittura di queste razze, ha preso forma nella mia mente, attraverso quanto scrivevo e come lo scrivevo, anche l’identità del “dotto” che ha redatto le anatomie delle razze.
E’ un Elfo. Un Elfo Silvano, ed il suo nome è Idrìl Aaènarion. Ha dedicato tutta la sua vita allo studio di diverse discipline costruendo pian piano una cultura che lo ha portato a poter affrontare uno studio che richiede una attenzione massima, come quello sulle razze. Così, ormai adulto, ha lasciato la sua dimora nei reami boscosi e ha intrapreso un lunghissimo viaggio durato centinaia di anni durante i quali si è soffermato a lungo a studiare ogni razza conosciuta e non. Giunto alla soglia dei mille e cinquecento anni, Idrìl ha deciso di non morire ma di continuare a vivere, affrontando, per puro spirito di sete di conoscenza, l’ignoto destino che aspetta coloro che scelgono di non morire. Così, arrivato ormai ad una età venerabile di circa diecimila anni, l’elfo ha sentito che la sua intelligenza lo abbandona ed ha deciso di mettere per iscritto le sue conoscenze, in un grosso tomo di facile consultazione che consenta a chi lo legge di avere una conoscenza anche abbastanza approfondita delle razze. La base di questo tomo sono le anatomie che leggerete, intorno alle quali, con il tempo, si svilupperanno gli altri documenti che scriverò andando a creare il vero e proprio tomo.
Il Carattere di questo Elfo Silvano è piuttosto altezzoso, conscio di essere un esempio di cultura e uno dei migliori nel suo campo. Si rivolge al lettore dandogli del tu a mostrare la sua superiorità nei suoi confronti, mascherandola con un tono di intesa e di complicità. E’ sufficientemente chiuso ed alcune cose le accenna soltanto come a far capire che ne è a conoscenza e che probabilmente le ha studiate durante la sua vita, ma non le sviluppa coscienziosamente così da evitare che il lettore ne venga a conoscenza.

LA STRUTTURA DELLE ANATOMIE.

Ogni anatomia è scritta allo stesso modo, seguendo gli stessi parametri e lo stesso schema, così che sia di facile comprensione e consultazione. Riporto lo schema che ho utilizzato per ogni anatomia. Rendo noto già da subito che, tranne gli Umani, ogni razza avrà bonus o malus e la quantità di questi non fa la forza o la debolezza della razza. In secondo luogo quasi ogni razza avrà delle stirpi al suo interno. Ecco la struttura delle anatomie:

NOME DELLA RAZZA;

-PRESENTAZIONE DELLA RAZZA IN LINEE GENERALI, CONTENENTE ANCHE UNA BREVE DESCRIZIONE PSICO-SOCIO-ATTITUDINALE (che tipo di società prediligono, che classi preferiscono, come si comportano nei confronti della religione pregiudizi e stereotipi etc);

-ANATOMIA DETTAGLIATA:

a) Sistema Nervoso
b) Sistema Scheletrico
c) Sistema Immunitario
d) Sistema Muscolare
e) Sistema Cardio-Vascolare
f) Sensi

-NUTRIZIONE/SONNO

-INVECCHIAMENTO/ETA’ MASSIMA

-CARATTERISTICHE:

a) Forza
b) Agilità/Velocità
c) Resistenza ai colpi
d) Resistenza fisica

-PECULIARITA’; (Bonus e Malus)

-VARIE; (Eventuali stirpi, curiosità, qualche brevissimo aneddoto sulla razza)

 angelom ANGELI angelof

Mio caro lettore, seppure la memoria di questo elfo sia integra e perfettamente funzionante dopo anni di intensa attività, essa non ricorda d`aver mai avuto a che fare con creature più leggiadre di quelle di cui mi avvio a narrarti. E sia ben chiaro, la mia razza è colei che a ragione può definirsi detentrice dei canoni di saggezza e bellezza, eppure v`è qualcosa nelle creature che sto per illustrarti che va oltre le mie, pur ampie, capacità mentali.
Angeli dissero di chiamarsi quando li incontrai per la prima volta e ricordo l`episodio come se fosse ieri. I miei viaggi mi avevano portato lontano dalla mia terra natìa e divorato com`ero dalla fame di sapere mi dimenticai di far provviste ritrovandomi, dopo molto tempo, affamato, stanco e quasi privo di sensi sul dorso del mio cavallo che mi trasportava quasi fossi un peso morto. E fu allora che mi vidi circondato da tre di questi esseri che mi guardavano con benevolenza. Ricordo come essi emanassero una luce soffusa, quasi riflettessero quella del sole e le loro voci erano calde ed amichevoli. Mi aiutarono e mi consentirono di rimanere presso di loro per alcuni cicli lunari, tempo che mi fu ampiamente sufficiente per stendere una prima sommaria descrizione della razza che avevo avuto il privilegio d`incontrare.
Essi furono generati dalla Dea Tyche e del suo spirito vitale godono potendo definirsi Sue dirette emanazioni. (Furono generati) direttamente dalla Luce e di Luce il loro corpo è plasmato. La loro forma è antropomorfa e solitamente la corporatura non si presenta possente ma sottile e longilinea per entrambi i sessi sì da rendere alle volte difficoltosa una distinzione vera e propria fra maschio e femmina. Sono alti, decisamente alti, e anche qui la differenza fra i due sessi è minima. Parliamo infatti di altezze che vanno da circa 180 a 210 cannelle, altezze alle quali quasi mai corrisponde un peso elevato. Pur non avendo potuto pesare ogni soggetto che mi capitava di esaminare posso affermare con certezza che questo vari dalle 70 alle 100 libbre. La loro pelle è solitamente chiara e, come ho avuto occasione di dire prima, sembra permeata di una certa luminosità propria estremamente caratteristica. I tratti del volto sono morbidi e regolari come scolpiti da un valente scultore e la colorazione degli occhi varia andando a toccare tutta la gamma cromatica comune per un essere umano. Stesso discorso può essere fatto per i capelli che variano dal biondo chiaro al nero della notte.
Ciò che più m`incuriosì fu la presenza delle ali. Esse si presentavano diverse da soggetto a soggetto e non nella forma bensì nel colore. Loro unica caratteristica comune era quella di essere piumate mentre le gradazioni di colore passavano dal bianco intenso fino al grigio. Mai vidi angeli con il piumaggio nero. Con queste ali l`angelo può sollevarsi in volo in poco tempo e volare senza fatica anche per alcune ore. In volo può sollevare suoi simili oppure oggetti che non superino il suo stesso peso o siano più ingombranti della propria mole corporea. Chiaramente maggiore è il peso e l`ingombro trasportato minore sarà la velocità e la precisione del volo.
Gli angeli non hanno bisogno nè di nutrirsi nè di riposarsi. L`unica pausa che si concedono consiste in una sorte di meditazione che può durare fino a 4 ore circa, durante la quale la luminescenza del loro corpo diminuisce fino a quasi scomparire. In questi momenti il loro stato di allerta è minimo per cui non vedrete mai, lettori, un angelo riposare in un luogo nel quale egli possa correre pericoli.
Poco compresi della loro struttura interna fino a che non vidi un angelo ferito. Da un taglio nella pelle iniziò a sgorgare un fluido brillante simile ad un rivolo di diamanti che a contatto con l`aria si dissolse subito. Mi fu detto che si trattava della materia di cui ogni angelo è composto. Loro lo chiamano fotoplasma in quanto rappresenta, a loro dire, lo stato semisolido della Luce di cui sono composti. Tutto il loro corpo è Luce solidificata a vari livelli, tenuta insieme da un centro nevralgico chiamato Sefer, sede della vera essenza dell`angelo.
Queste creature non invecchiano e non sono soggette a malattie di alcun genere. Quali emanazioni dirette di una divinità non risentono dello scorrere del tempo. Solo una seria lesione al Sefer potrebbe comprometterne l`esistenza sul piano materiale e comportare il ritorno dell`essenza alla dea madre.
Inoltre non possono in alcun modo riprodursi e curioso è come sia per loro difficile provare sentimenti simili all`amore. Ciò che più si avvicina a tale sensazione è un affetto scevro da ogni attrazione carnale.

Il carattere degli angeli è vario seppure in esso si presenti come caratteristica comune il perseguimento del volere di Tyche in terra. Essi possono essere abili combattenti e valenti condottieri così come accorti studiosi e mistici infervorati. Mai saranno i primi a sollevare un`arma ma cercheranno in ogni modo di sedare ogni conflitto con la parola e solo ove questa non sia sufficiente essi faranno uso della forza, sempre che tale atto sia giustificato da una volontà o un disegno superiore. Ho avuto modo di discutere con eruditi colleghi e per quanto abbia provato un sottile piacere nel correggerli devo ammettere che errore comune è quello di considerare la razza angelica come un insieme di soggetti la cui bontà travalica ogni altro sentimento: tutto ciò è decisamente errato. Un angelo potrà portare il volere di Tyche anche con la forza se tale è la sua indole. La sua bontà non trascende nel vittimismo. Sono una razza fiera ed orgogliosa capace di mediare e combattere ove si presenti la necessità.

 

ANATOMIA DETTAGLIATA

Sistema nervoso
Assente. La funzione del cervello è svolta dal Sefer che controlla i movimenti del corpo, immagazina la conoscenza e racchiude in sè il fulcro dell`essenza angelica. Il Sefer in sè è composto da un involucro solido di grande resistenza contenente Luce pura. Verso di esso convergono le linee energetiche chiamate keter, le quali recano con sè tutte le informazioni provenienti dal mondo esterno con una velocità maggiore di quella umana di circa un terzo.

Sistema scheletrico
Composto da fotoplasma cristallizzato, esso risulta maggiormente elastico e resistente ai colpi. Le ossa hanno una capacità di rigenerazione doppia rispetto a quelle umane.

Sistema immunitario
Assente in quanto gli angeli non possono contrarre malattie

Sistema muscolare
Le fibre muscolari sono formate da fotoplasma semisolido e altamente deformabile. Nonostante la massa massa muscolare sia ridotta essa può esprimere un grande potenziale risultante in una forza in tutto e per tutto uguale ai loro opposti: i demoni.

Sistema cardio-vascolare
Il cuore non esiste in quanto sostituito nelle sue funzioni dal Sefer. Il corpo dell`angelo è attraversato da linee energetiche chiamate keter che trasportano il fotoplasma in maniera simile ad un sistema cardio-vascolare umano. Le loro funzioni sono però simili a quelle del sistema nervoso.

Sistema respiratorio
Assente. Un angelo non ha bisogno di respirare.

Nutrizione e sonno
Un angelo non necessita di alcun nutrimento e il suo riposo sarà una pausa di meditazione della durata di circa 4 ore.

Invecchiamento/Età massima
In quanto creature divine, gli angeli non risentono dello scorrere del tempo.

SENSI

Vista
Simile a quella umana. Gli angeli riescono a vedere in condizione di estrema luminosità e possono fissare direttamente una fonte di luce anche di fortissima intensità.

Olfatto
Simile a quello umano seppur dotato di una particolare sensibilità verso il plastro che compone i demoni. Solo gli angeli possono olfattivamente riconoscere i propri opposti a patto che si trovino ad almeno 8 braccia di distanza da essi.

Gusto
Inesistente in quanto non necessario.

Tatto
Simile a quello umano

Udito
Simile a quello umano

CARATTERISTICHE

Forza
Doppia rispetto a quella umana

Agilità/Velocità
Minore di circa 1/3 rispetto a quella umana

Resistenza ai colpi
Doppia rispetto a quella umana

Resistenza fisica
Doppia rispetto a quella umana

BONUS

Vis angelica: E` l`espansione nello spazio dell`essenza dell`angelo. Essa avrà un raggio d`azione fisso di circa tre braccia e non sarà in alcun modo espandibile o restringibile secondo volontà. Sarà inoltre avvertibile in modi diversi dalle creature in base al loro allineamento:
[Angeli e fate]: avvertono la vis angelica da circa 10 braccia di distanza. Qualora queste razze si trovassero a patire un qualsiasi danno fisico, la vis angelica può fornire loro lenimento al dolore fisico, pur non potendo in alcun modo rigenerare parti lesionate a patto che i soggetti si trovino nell`area d`azione della vis.
[Razze neutrali]: avvertono la vis angelica da circa 8 braccia di distanza. Un effetto rasserenante e calmante su queste razze è notabile dal settimo turno di gioco in poi.
[Razze negative]: Generalmente tenderanno ad evitare il contatto con la vis angelica ma se costretti saranno soggetti ad una progressiva perdita delle forze a partire dal sesto turno di gioco in poi. Unica eccezione viene fatta per i demoni che possono contrastare l`essenza dell`angelo con la propria Emanazione di Nemesi.

MALUS

Refrattarietà ai luoghi oscuri: essendo composti di luce, gli angeli hanno difficoltà ad accedere a luoghi ove non vi sia una fonte luminosa, anche minima. Dopo il settimo turno di gioco l`angelo inizierà ad avvertire spossatezza fino a perdere completamente i sensi.
Emanazione di Nemesi: qualora un angelo si ritrovasse nel raggio d`azione dell`Emanazione di un demone ne subirà le conseguenze solamente se il demone gli è superiore in anzianità (carisma).

VARIE

Anche gli angeli hanno le loro stirpi. La dea Tyche forgiò tre stirpi ed in ognuna di esse instillò caratteristiche diverse così che potessero integrarsi totalmente nel tessuto sociale. Come mi fu spiegato le stirpi create erano tre:
Stirpe di Gevirah: fanno parte di questa stirpe gli angeli in cui maggiormente arde il fuoco della giustizia di Tyche. Essi saranno predisposti al combattimento e all`uso delle armi e all`occhio delle altre razze si presenteranno con comportamenti che in rare occasioni possono anche rasentare il fanatismo. Loro caratteristica tipica è il piumaggio di un colore bianco candido, candore che rappresenta più di ogni altra cosa la vicinanza alla dea.
Stirpe di Sinah: questa stirpe comprende gli studiosi e gli angeli che maggiormente si trovano a loro agio nell`interazione con le altre razze. Capaci di conciliare il messaggio divino con un`indole moderata, essi sono caratterizzati da un piumaggio bianco con le estremità grigie.
Stirpe di Khesad: appartengono a questa stirpe gli angeli maggiormente tendenti al misticismo e alla magia. Il loro carattere può risultare chiuso e introspettivo anche se non mancano soggetti più aperti e disposti al dialogo.

COBOLDI

I coboldi sono piccoli diavoli nati da una segreta e antica unione di mezz’elfi e folletti, entrambi corrotti dal male. Sono estremamente furbi e cattivi, sebbene all’apparenza il loro grande carisma possa farli sembrare anche gradevoli. Amano prendersi gioco degli altri, sia ostentando la loro grande furbizia, che escogitando piani e scherzi malvagi. Vivono nel buio e nella penombra e sono figure all’apparenza molto socievoli : in realtà altro non conoscono che la loro smania di potere, che li porta a essere fortemente egoisti pur di raggiungere lo scopo prefissato. Sono egocentrici e viziosi.
Anatomia

Forza: 30.
Mente: 90.
Allineamento: Negativo.

Aspetto : Simili a piccoli diavoli, hanno una coda pelosa e la parte inferiore del corpo (dall’ombelico in giù) simile a quella di un caprino.
Altezza: varia dai 50 ai 120 cm.
Peso: dai 40 ai 60 kg
Testa: Costituita da capelli neri, gli uomini presentano una sottile barba solitamente a punta, e folte sopracciglia nere. Hanno orecchie a punta.
Occhi: Solitamente sono rossi o neri, molto grandi.
Arti: Le mani sono spesso dotate di lunghe unghia come artigli e le zampe presentano alla fine dei zoccoli, invece che piedi.
Epidermide: hanno la pelle di color rosso scuro molto coriacea e resistente.
Anatomia interna:
Sistema nervoso: Il sistema nervoso è formato da cervello, midollo spinale e terminazioni nervose, differisce da quello umano per la maggiore velocità di reazione agli stimoli e per una innata furbizia.
Sensi:
- Vista :Hanno una vista molto sensibile al buio, ma in condizioni di luce, analoga a quella umana.
- Udito: L`udito ha una recettività molto maggiore di quella umana
- Tatto : Il tatto è analogo a quello umano.
- Olfatto: L`olfatto, come il gusto sono analoghi a quelli umani.

Sistema cardio-vascolare: Il sistema cardio-vascolare è formato da cuore, arterie, vene e capillari, analogo a quello umano. Il Sangue dei coboldi però è di colore scuro, quasi nero.
Sistema respiratorio: Il sistema respiratorio è formato da trachea, bronchi e polmoni, analogamente a quello umano.
Apparato digerente: L`apparato digerente è formato da esofago, stomaco, intestino e fegato. Il Coboldo ha una maggiore resistenza degli esseri umani senza cibo.
Apparato muscolare: L`apparato muscolare è formato da fasci di muscoli uniti con tendini alle ossa, ha una forma longilinea che permette una maggiore agilità di movimento, soprattutto degli arti inferiori, naturalmente predisposti per corsa e attacchi fulminei.
Apparato riproduttore: L`apparato riproduttore è analogo a quello umano sia il maschile che in femminile.
Nascita: La nascita di un Coboldo avviene in seguito all’accoppiamento di un maschio e di una femmina, e la gestazione dura 1 mese. Alla fine del mese, il Coboldo viene abbandonato, e non avrà ricordo della sua famiglia crescendo.

Carattere:

I coboldi nascono da una degenerazione di mezz’elfi, che si unirono poi a dei folletti particolarmente inclini alla malvagità. Per questo i coboldi sebbene fisicamente non siano prestanti, hanno una vivace mente, capace di partorire in pochissimi momenti i piani più terribili e gli scherzi più macabri. Amano sostare nel buio e nella penombra, e dar fastidio alle altre creature. Si divertono a gironzolare alle spalle delle persone creando in loro un senso di inquietudine, a tirar via le coperte nelle notti di freddo e a compiere altri gesti fastidiosi. Piace loro anche spiare la gente e sentirne le conversazioni. Sono molto carismatici, e spesso riescono a convincere le persone più ingenue a compiere atti terribili per conto loro. Difficilmente qualcuno riesce a rifiutarsi di far qualcosa per loro. Quello che più interessa loro è il Potere, e per ottenere questo sono disposti a tutto. Sono viziosi, amano mangiare, bere e fumare e ricoprire ruoli di comando. Sono egocentrici, soprattutto quando vi è presente un Coboldo dell’altro sesso. Raramente sono istintivi, sono freddamente razionali ed estremamente malvagi. Le loro zampe riprendono quelle di una capra, ma hanno forti zoccoli che gli conferiscono grande velocità nella corsa. Vanno molto d’accordo con le altre razze negative, soprattutto coi demoni, con i quali si alleano creando una coppia di intelligenza e forza imbattibile. Non conoscono i loro genitori naturali perché abbandonati dopo la nascita, e anzi hanno un rapporto assolutamente indifferente nei confronti di presunti tali. Le femmine differiscono dai maschi solo per la mancanza di barba e sono solitamente molto sfrontate nell’atteggiamento coi maschi di tutte le altre razze.
Sono per loro letali le lacrime di fata, che bruciano irrimediabilmente la loro pelle se ne entrano a contatto, e provocano un avvelenamento mortale se ingerite.

DEMONI

Correva un tempo in cui quest`elfo era giovane e nel pieno delle sue forze e da giovane studioso qual`ero trovavo svago in occupazioni che il volgo, nella sua incolpevole ignoranza, spesso definisce come "perdite di tempo". Ero dunque in viaggio lungo un percorso pieno di perigli quando di fronte al mio cavallo si pararono alcune creature. Possano gli dei essermi testimoni se dico il falso ma a memoria mia non pensavo, in quel momento, d`aver mai visto creature più bizzarre e rozze di quelle che mi bloccavano il passo. Cercai di farle ragionare ma esse non sembravano avvezze alla mia dialettica, evidentemente a loro poco comprensibile e anzi cercarono, con modi alquanto discutibili di appropriarsi dei miei umili strumenti del mestiere. Cosa se ne dovessero fare non saprei, è probabile che non sapessero neanche usarli a dovere, ma sta di fatto che riuscii comunque a sfuggire alle loro premurose attenzioni. Mi allontanai con il cuore in gola, lo ammetto, e cercai di dimenticare quello spiacevole incidente. Nonostante quelle creature mi incuriosissero evitai per lungo tempo di dedicare loro le mie energie mentali, sicuro che il loro basso grado di civilizzazione non meritasse ulteriori approfondimenti. Pochi anni fa, tuttavia, venne a farmi visita un amico, un esimio collega con il quale ho condiviso molti studi. I motivi di tale incontro non debbono interessarvi ma ciò che mi lasciò fu un piccolo tomo vergato di suo pugno: i suoi studi su alcune creature chiamate demoni. Subito mi tornò a mente quel giorno e compresi che era dei medesimi esseri che si parlava. Ho riprodotto qui un estratto del libro, semplicandolo per venire incontro a chi, ahimè, non è dotato dell`acume necessario per ben comprendere la difficoltà che uno studio di tale portata comporta.

"Demoni: è così che viene definito quest`insieme di creature dai differenti e variegati aspetti. Nessuno di noi sa esattamente da dove abbiano avuto origine ma si narra con cognizione di causa, che essi siano dirette emanazioni di Nemesi, creature plasmate dalla Dea tramite la forgia degli Elementi naturali. Si narra infatti che essi non siano stati creati con caratteristiche simili ma che in ognuno di loro alberghi l`essenza ora dell`Acqua, ora dell`Aria, ora della Terra e ora del Fuoco. Di queste mie conoscenze cercherò di narrarvi più tardi in quanto ora è necessario che inizi a trattare la razza per come si presenta agli occhi di questo studioso che ha avuto l`onore e l`onere di esaminarli.
Al mio sguardo queste creature si presentano dall`aspetto variegato . Ho visto demoni in tutto e per tutto antropomorfi e demoni che, al contrario, avevano sembianze che definire bestiali sarebbe eufemistico. Eppure essi mai assumono forme che siano esagerate o grottesche per cui questi occhi mai hanno visto demoni dall`aspetto di fauni, centauri o altre aberrazioni simili. La loro costituzione corporea è assolutamente differenziata e mai sono riuscito a vedere un demone che somigliasse ad un suo simile. Alla mia memoria infatti tornano ricordi di demoni dall`aspetto esile e minuto così come di demoni possenti e alti come torri. Per quello che mi è stato concesso misurare posso affermare con certezza che la loro altezza varia da un minimo di 180 cannelle ad un massimo di 230 cannelle. Possono confondersi tra gli umani se il loro aspetto fisico glielo consente ma il più delle volte è l`aspetto caratteriale a tradirli ma di questo, o lettore, parleremo più tardi.
Sono esseri pesanti, molto più pesanti di un umano della medesima altezza. Se le mie stime non sono fallaci dovrebbero aggirarsi intorno a dei limiti che partono da un minimo di 90 libbre ad un massimo di 200 libbre. Il perchè l`ho capito solo dopo approfondite indagini sulla struttura del loro corpo che invero presenta un peso specifico ben maggiore della carne umana.
La loro pelle è cangiante e presenta caratteristiche del tutto dissimili fra i vari soggetti. Così ho trovato demoni dalla pelle dura e squamosa e, al contrario, demoni dalla pelle liscia simile a quella umana seppure, mio arguto lettore, mi si sia presentata una costante consistente nel fatto che generalmente l`epidermide della razza presenta tonalità scure varianti dal colore della terra bruciata fino al nero, passando per varie tonalità di rosso. In più la loro pelle presenta una resistenza alle ferite quasi doppia rispetto a quella umana, nonchè una velocità di remissione delle ferite ancora doppia rispetto alla razza umana.
Parte del corpo che mi colpì furono gli occhi. Ebbene sì, raramente ho constatato in essi la presenza dell`iride e, se c`era, aveva le sembianza di un taglio verticale più o meno allargato, simile ad un felino. I colori che essi possono assumere variano dal nero fino al bianco fino al rosso tant`è che spesso è lo sguardo ad esercitare maggiore soggezione sull`interlocutore ma sarà forse la mia età avanzata ad aumentare i miei timori.
Ma non vi ho ancora parlato delle ali. Oh, lettore instancabile, la mia disamina non sarebbe completa se non trattassi anche questo aspetto. Questi esseri tengono le ali chiuse dietro la schiena, ben attaccate al corpo quasi volessero nasconderle fino al momento in cui le spiegano, ampie e maestose. Esse possono avere un duplice aspetto: possono infatti presentarsi composte di un tessuto che non esiterei a definire simile ad una spessissima tela oppure possono essere piumate ma la piume in sè hanno una caratteristica che sarebbe quella di avere una colorazione tendente al blu scuro o addirittura nero. I demoni tramite queste appendici possono spiccare il volo riuscendo a trascinare con sè oggetti che non eccedano il loro peso. Chiaramente più è pesante l`oggetto o l`essere da loro trasportato e peggiore sarà la qualità, la stabilità e la velocità del volo. Potrebbero addirittura, in alcuni casi, risultare facili bersagli per provetti arceri che scocchino da terra.
I demoni non sentono la fatica come la intendiamo noi umani ma piuttosto, dopo prolungati sforzi volgarmente assimilabili a circa 2 ore di combattimento serrato, perdono il controllo sul proprio corpo trovando immense difficoltà a coordinare i movimenti. La causa di questo la spiegherò più avanti nel dettaglio. Basti per ora sapere che per ripristinare tutte le facoltà il demone ha la necessità di riposare immobile per circa 4 ore.
Queste creature non hanno alcun bisogno di nutrimento. Cibo e bevande sono per loro inutili e non ne trarrebbero alcun giovamento nè nocumento. Pertanto essi possono degustare le pietanza di un banchetto ma dei manicaretti essi non percepirebbero appieno il gusto avendo questo senso poco sviluppato.
I demoni sono altresì creature che non conoscono lo scorrere impietoso del tempo. Ebbene sì, mio paziente lettore, trattasi di creature immortali.

Così come il loro aspetto fisico è variegato, allo stesso modo è possibile discettare dei differenti caratteri. Le caratteristiche di fondo rimangono simili ma innumerevoli sfumature sono individuabili per chi è un accorto osservatore.
Fondamentalmente il demone è l`entificazione della Dea Nemesi, di cui può fregiarsi di essere emanazione diretta. Caos e Male sono i principi ordinatori delle loro personalità ma raramente ho conosciuto demoni che assumessero un atteggiamento che il volgo potrebbe definire sanguinario. Loro intento principale è la persecuzione dei propri scopi e la corruzione degli animi. Essi possono presentarsi affabili e studiosi, combattenti senza scrupoli o mistici dalla fede incrollabile. Il loro profondo legame con la Dea Nemesi gli consente di eccellere in quest`ultimo campo. Loro compito in terra è instillare nell`animo altrui la stilla del Male.
Raramente mi è stato consentito di parlare con un esponente della razza riguardo alla loro origine ma nella mia memoria rimarrà sempre impresso il giorno in cui un demone senza nome che si definiva "L`Antico" mi narrò delle diverse stirpi e dei loro diversi modi di porsi nei confronti del mondo.

ANATOMIA DETTAGLIATA

Sistema nervoso
Esso risulta assente in quanto ogni funzione è assolta dal fluido che scorre all`interno del corpo del demone. Questo fluido, poco fluido ed estremamente denso, porta il nome di "plastro" e tramite essi il demone riesce a stabilire un contatto con la realtà circostante ed a sviluppare una capacità di reazione simile a quella umana. Quello che noi chiamiamo cervello nella razza in questione è rappresentato da una sostanza semisolida presente nella scatola scatola cranica. Esso non assolve ad altra funzione che non sia quella di immagazinare informazioni e non svolge alcun controllo sul corpo. Al contrario il centro che controlla i movimenti e l`intera essenza del demone è formato da un agglomerato solidificato di plastro posizionato in un luogo sito a metà strada fra il cuore e lo stomaco di un umano. Questa massa porta il nome di "......." ed è protetta da un ulteriore involucro volgarmente assimilabile ad una corazza organica forte ma flessibile.

Sistema scheletrico
Somigliante a quello umano ma composto di plastro cristallizzato d`altissima densità e resistenza. Difficile scalfire lo scheletro di un demone ma altrettanto complicata è la sua rigenerazione che prevederà un tempo due volte maggiore rispetto a quello umano.

Sistema immunitario
Assente vista l`impossibilità per un demone di contrarre le malattie umane.

Sistema muscolare
Composto da fibre di plastro semisolide collegate direttamente al sistema nervoso, il sistema muscolare di un demone si presenta particolarmente forte per via della densità delle fibre stesse. L`unico malus è rappresentato dal fatto che la stessa densità della fibra porta ad una maggiore lentezza nei movimenti quantificabile in circa un quarto della velocità umana.

Sistema cardio-vascolare
Il cuore risulta essere assente ma la circolazione è assicurata da un insieme di vasi detti "thoron" nei quali il plastro scorre sospinto dalle contrazioni dei vasi stessi.

Nutrizione e sonno
I demoni non necessitano di alcun nutrimento pur potendo assumere sostanze edibili che finiranno corrotte ed annichilite una volta introdotte nel corpo. Al contrario il riposo è necessario per ripristinare l`equilibrio del plastro dopo intensi sforzi fisici. Saranno necessarie almeno 4 ore di riposo per ristabilire gli equilibri tali da consentire il corretto controllo del corpo da parte del demone.

Invecchiamento/Età massima
I demoni non sono soggetti ad invecchiamento.

Sensi

Vista
Simile a quella umana in tutto e per tutto.

Olfatto
Leggermente inferiore a quello umano, presenta tuttavia la possibilità di riconoscere la presenza di un altro demone tramite il particolare odore che il plastro emana. Questa facoltà non comporta la possibilità di riconoscere singolarmente il demone in base all`odore del suo plastro.

Gusto
nesistente ed inutile per un demone.

Tatto
Di poco inferiore a quello umano

CARATTERISTICHE

Forza
Doppia rispetto a quella umana

Agilità/Velocità
Inferiore di un terzo a quella umana

Resistenza ai colpi
Doppia rispetto a quella umana

Resistenza fisica
Doppia rispetto a quella umana

Bonus
Emanazione di Nemesi :
E` l`espansione nello spazio dell`essenza del demone. Essa avrà un raggio d`azione fisso di circa tre braccia e non sarà in alcun modo espandibile o restringibile secondo volontà. Sarà inoltre avvertibile in modi diversi dalle creature in base al loro allineamento:
[Angeli e fate]: avvertono l`Emanazione di Nemesi da circa 6 braccia di distanza e il contatto prolungato con essa (a partire dal quarto turno di gioco) porta a dolori che divengono via via sempre maggiori fino a costringere la creatura ad allontanarsi.
[Razze neutrali]: avvertono l`Emanazione di Nemesi da circa 3 braccia di distanza e i fastidi dovuti ad essa sono più dilatati nel tempo ( a partire dal settimo turno di gioco).
[Razze negative]: non avvertono l`Emanazione di Nemesi e non ne traggono conseguenze.
Riconoscimento olfattivo: l`odore particolare del plastro consente ai demoni (e solamente a loro) di riconoscersi tramite l`olfatto anche a notevole distanza (10 braccia). Va altresì specificato che questa forma di identificazione non consente al demone di capire l`identità di un suo simile dal momento che l`odore del plastro è unico per ogni componente della razza.
Individuazione della razza: qualora un individuo entri nel raggio d`azione dell`Emanazione di Nemesi e vi rimanga per 2 turni di gioco, il demone può riconoscere la razza d`appartenenza del soggetto se esso è altresì nel suo campo visivo.

Malus
Refrattarietà a luoghi e rituali sacri : qualora il demone dovesse trovarsi in luoghi deputati al culto della Dea Tyche o in presenza di rituali volti ad onorarla, egli sarà soggetto, dopo 3 turni di gioco, ad una progressiva incapacità di controllare i propri movimenti fino alla paralisi completa del fantoccio.
Vis angelica : nell`eterna lotta tra Bene e Male, l`Ordine ed il Caos, la Vis angelica è ciò che per il demone è l`Emanazione di Nemesi ovvero il prolungamento della propria essenza nello spazio. Così, se un demone entrerà nel raggio d`azione della Vis angelica (tre braccia), egli subirà su di sè il peso dell`essenza dell`Angelo qualora egli gli sia superiore per esperienza. In caso di parità d`esperienza il metro di paragone sarà il carisma. Le due essenze si neutralizzeranno in caso di parità di entrambi i parametri mentre prevarrà la Vis angelica nel caso in cui l`angelo sia dotato di esperienza e/o carisma superiore. La sensazione di disagio inizierà a farsi sentire dal sesto turno di gioco in poi aumentando via via d`intensità fino a portare alla paralisi completa del demone.

VARIE:

Le stirpi
<<E Nemesi decise di creare creature terrene a sua immagine e somiglianza affinchè esse spargessero fra le altre razze il Caos primigenio. Ella stese un braccio verso la Terra ed uno per uno prese in mano i quattro Elementi che la formano. Tramite questi plasmò delle creature e le chiamò demoni...>>
Demoni di Fiamma: come il fuoco arde e brucia senza fermarsi così questa stirpe demoniaca racchiude nelle proprie file gli elementi maggiormente legati alla Dea. Essi sono perlopiù feroci combattenti pronti a portare il Caos tramite la forza e il vigore fisico. Difficilmente questa stirpe scende a compromessi e ancor più difficilmente sceglierà altra via che non sia la via della guerra.
Demoni della Tempesta: nati da una tempesta generata da Nemesi, questi demoni rappresentano, così come i demoni del fuoco, una stirpe legata in maniera profonda alla Dea madre e quindi al Caos. Ma al contrario della stirpe appena citata questi esseri riescono maggiormente a conciliare diplomazia e atteggiamenti belligeranti.
Demoni della Roccia: sono la stirpe maggiormente incline al misticismo e alla magia seppur non disdegnino l`uso delle armi. In essi è forte la convinzione che l`opera della Dea madre debba essere portata fra le genti con ogni mezzo possibile.
Demoni del Gelo: <<..e quando la Dea Nemesi addivenne a raccogliere l`acqua dai mari per forgiare così le sue creature, ecco che lo stesso Oceano, colmo di sdegno, si levò dalle profondità marine e tese a sua volta la mano verso di lei deviando il corso della genesi..>>. Proprio per questo motivo i demoni dell`Acqua rappresentano la stirpe che maggiormente si è integrata fra le altre razze. Pur mantenendo le caratteristiche proprie questa stirpe riesce con maggiore facilità ad interagire con la popolazione. Fra di essi non è inusuale trovare studiosi, diplomatici e alte cariche istituzionali.

DROW

Aspetto:
Si dice che molto tempo fa, un Dio, o meglio, Una Dea, creò una Razza a parte, corrompendo alcuni elfi. Alcuni di loro non furono consenzienti, ma altri, purtroppo, si fecero manipolare senza nessuna vergogna per ciò che di li a poco avrebbero creato. I Drow. Posso definire senza dubbio alcuno queste malvagie creature come la nostra controparte in quasi tutto. Purtroppo, quando ero ancora molto giovane, sono stato cresciuto con la convinzione che noi Elfi eravamo totalmente diversi da questi esseri dalla pelle scura. Con sommo dispiacere e totale rammarico, invece, quando mi trovai a doverli studiare per la mia insaziabile sete di conoscenza, mi accorsi del fatto che, in effetti, i Drow sono estremamente simili a noi Elfi. Queste creature sono conosciute ai più come Elfi Oscuri, appunto. Sono una diramazione malvagia e ingannevole della nostra Nobile razza e nutrono un odio sfrontato verso gli Elfi, così come noi li consideriamo degli scarti, degli errori. Elfi dalla pelle di onice e capelli nivei: questa è la prima percezione osservandoli. I Drow hanno la pelle scura: nero privo di sfumature di melanina tipica delle razze di superficie. Sono una razza del sottosuolo, e dunque il nero della loro pelle non è un marrone scurissimo, ma più un colore simile all’onice o un grigio molto scuro. I loro capelli sono solitamente candidi, d`argento o molto chiari; quanto più sono sottili e candidi, tanto più il retaggio di sangue è puro. Colori diversi dal bianco o dal grigio chiaro non sono caratteristiche di particolarità interessante, ma solo indice di una lontana mescolanza di razza, o un segno di sfavore della Dea, e dunque un motivo per essere considerati non puri.
Generalmente i Drow di nascita nobile portano i capelli molto lunghi: altro indice per riconoscere la provenienza dell’individuo. Gli occhi sono scuri, neri, ma assumono un colore rosso acceso e si illuminano di un vago lucore quando sono immersi nell`oscurità; molto più rari occhi marroni chiaro, verdi, o grigi. Quando un Drow è ferito o sta male, gli occhi prendono screziature dorate che aumentano quanto più è grave la condizione fisica. I famosi occhi violetti sono davvero anomali.. Fisicamente sono esili e longilinei come gli Elfi e la loro altezza varia dalle centotrentacinque cannelle alle centosessantacinque cannelle negli esemplari più alti. Il peso dei maschi va dai 40 ai 50 rubbi e le femmine della loro razza hanno un peso, stranamente, superiore rispetto ad essi. Società strettamente Patriarcale, i maschi sono spesso sottomessi alle loro femmine e sono queste che decidono quanti maschi debbano rimanere in vita. Ne tengono in vita il numero strettamente necessario alla loro riproduzione. Ho sentito di qualche maschio abbastanza emancipato, ma sono casi molto rari e, generalmente, i maschi che tentano la via della libertà non vanno affatto d’accordo con gli altri Drow. Quando una Drow decide di accoppiarsi con un maschio per dar vita ad una discendenza, si ritira spesso in solitudine e prega con tutte le sue forse la Dea che li “creò” che la futura prole sia di genere femminile. Qualora questo succeda la piccola Drow verrà comunque strappata alla madre senza pietà alcuna, verrà allevata ed educata all’odio e cresciuta nella convinzione di essere una creatura superiore. Se, invece, la prole sarà di sesso maschile le Matrone (coloro che reggono la società Drow) si riuniranno in gran Consiglio e decideranno della vita del piccolo appena nato. Attraverso riti di divinazione e con uno studio attento della popolazione presente, esse decideranno se lasciarlo in vita o meno. Anche in questo caso verrà strappato alla madre e cresciuto lontano da lei, dagli altri maschi. Dicono comunque che le femmine molto giovani vengano lasciate, a volte, a contatto con la madre senza che queste sappiano che lei lo è effettivamente. La madre, come i felini, quando deciderà che sua figlia è oramai adulta la rifiuterà e la allontanerà da se spingendola a vivere la propria vita e a cavarsela da sola.

ANATOMIA DETTAGLIATA:
- Sistema Nervoso :

Il sistema nervoso dei Drow è in tutto e per tutto simile a quello degli Umani. Nonostante questo presenta una capacità di reazione, di resistenza e di apprendimento molto più elevata rispetto a quella di un comune Umano. Questo permette ai Drow una vita cerebrale molto più lunga ed attiva, anche se inferiore rispetto agli Elfi, ed una saggezza e cultura molto più affinata e vasta con dei riflessi particolarmente sviluppati, circa 2 volte quelli di un comune umano.
- Sistema Scheletrico
Lo scheletro dei Drow è oltremodo differente rispetto a quello Umano. Infatti le loro ossa sono lievemente più sottili, e la loro composizione chimica le rende estremamente elastiche. Questo si rivela un vantaggio, in quanto consente maggiore agilità; di contro questa particolare caratteristica ossea impedisce l`uso di armi e/o protezioni troppo pesanti, o comunque di sollevare pesi troppo elevati.
- Sistema immunitario:
Più sviluppato rispetto a quello Umano: i veleni e sostanze tossiche difficilmente riusciranno a colpire il Sistema Immunitario di un Drow. Le malattie sono pressoché sconosciute per questa razza, a meno che non siano di natura magica o divina, in questo caso anche i Drow verranno colpiti dalla malattia.
- Sistema Muscolare:
La muscolatura di un Drow è composta da fasce muscolari estremamente compatte e resistenti, sottili e longilinee; Questo, insieme alla loro ossatura sottile li fa apparire così esili, anche se lievemente più definiti degli Elfi. Ad ogni modo non lasciarti ingannare dalle apparenze. La muscolatura di un Drow è molto, molto efficiente; e garantisce a questa razza la possibilità di compiere sforzi fisici anche nel lungo periodo impensabili per un Umano.
- Sistema Cardiovascolare:
Il battito cardiaco di questa razza è decisamente più accelerato rispetto a quello umano. Questo consente una ossigenazione corporea molto più efficiente e rende i Drow capaci di essere molto resistenti agli sforzi fisici, così da protrarli anche per lungo tempo, come la corsa. Però, di contro, la circolazione più accelerata provoca non di rado rapide morti per dissanguamento o la maggior rapidità nella diffusione di veleni o malattie che abbiano sconfitto il sistema immunitario molto efficiente Drow.

INVECCHIAMENTO/ETA’ MASSIMA:
I Drow, nonostante siano “cugini” degli Elfi, non sono stati dotati della loro vita così lunga. A differenza degli Elfi, infatti, essi non hanno possibilità di scelta di continuare la loro vita e il momento in cui essi cominciano a mostrare i segni dell’invecchiamento (capelli e pelle meno lucenti, disfunzioni cerebrali e motorie) corrisponde a quando compiono 500 anni, circa. L`età media raggiungibile da un Drow è 650 anni, mai di più. Un Drow viene considerato veramente adulto dopo circa 300 anni di vita, ma le loro madri li allontanano molto prima, circa a 100 anni, così che, prima della loro effettiva maturità debbano passare 200 anni di difficoltà. Ad ogni modo, per quanto questo possa sembrare crudele, i Drow sono molto indipendenti ed imparano a vivere da soli e a cavarsela molto presto.

NUTRIZIONE/SONNO:
Anche in questo campo i Drow presentano delle sostanziali differenze con gli Elfi. I Drow sono fondamentalmente onnivori, anche se preferiscono le carni degli animali. In effetti verdura, frutta e similia non sono coltivabili nei luoghi che loro abitano, le profondità. Il loro bisogno di cibo è 1/4 rispetto a quello umano, e possono restare a digiuno per molti giorni senza conseguenza catastrofiche per il loro organismo. Per quato concerne il sonno, per circa 4 o 5 ore al giorno massimo, i Drow riposano. Il loro sonno è molto differente da quello Elfico. Non si tratta, infatti, di una meditazione profonda rigenerante ma di una quantità di tempo durante la quale restano apparentemente addormentati, molto più profondamente rispetto agli elfi. Mantengono per una parte del loro riposo una attenzione semi-vigile, più per diffidenza che per caratteristica propria della loro razza.

Sensi

Vista :
Molto più sviluppata rispetto a quella Umana. La vista di un Drow è, diciamo, una questione abbastanza particolare, poiché da grandi vantaggi ma anche grandi problemi. Torce, lanterne, e altre luci non eccessivamente forti e non naturali, non recano loro particolare fastidio; invece, la luce solare è troppo intensa per gli occhi di una razza abituata a vivere nelle profondità del sottosuolo. L’esposizione a tali raggi, arrecherà dolore, fastidio e una cecità più o meno prolungata e grave; perfino la luce non diretta,ma quella di una giornata di sole all`aperto, arreca ai Drow molto fastidio e dolore. Di contro, i Drow possiedono la capacità di vedere fino a 25 metri in assenza totale di luci e 100 o più metri con una luce anche flebile.
Olfatto
Doppio rispetto a quello umano. Odori molto intensi, specialmente se in luoghi chiusi e di natura sgradevole, possono provocare nausee molto forti e/o lo svenimento.
Gusto
Di poco più sensibile rispetto a quello umano.
Tatto
Analogo a quello Umano.
Udito
Doppio rispetto a quello umano. Rumori molto forti (superiori a un tuono di medie entità) possono provocare stordimenti, danni all`udito e anche svenimenti a seconda di quanto si protraggono nel tempo.

CARATTERISTICHE

Forza
4/5 di quella Umana.
Agilità/Velocità
Triple rispetto a quelle umane.
Resistenza ai colpi
Inferiore di circa 1/3 rispetto a quella umana.
Resistenza fisica
Poco meno di ½ in più rispetto a quella umana.

PECULIATIRITÀ

Bonus:
Maestria delle Ombre: I Drow sono maestri nel muoversi tra le ombre con una certa facilità. Aiutati dalla presenza della notte essi, infatti, possono tranquillamente muoversi senza emettere alcun suono.
Visione della Tenebra (potenziata): I Drow possono vedere nell’oscurità con molta facilità, fino a un raggio di 25 braccia, intorno a loro. Nel buio più completo si muovono con molta tranquillità. Questo tipo di visione non permette di percepire i colori, per cui risulta essere in bianco e nero, ma, per il resto, come la comune vista del Drow. Inoltre, in presenza di una luce, anche flebile, possono vedere fino ad un raggio di 100 braccia intorno a loro.

Malus:

Sensi Ingannatori: I Drow, essendo una razza estremamente dotata dal punto di vista sensoriale hanno delle difficoltà che derivano da questa loro peculiarità. Come già accennato in precedenza, udito, vista e olfatto sono particolarmente sviluppati rispetto a quelli di un Comune umano. Questo da enormi vantaggi, ovviamente, ma allo stesso modo, odori, rumori e luci troppo forti e prolungati sono quasi letali per loro provocando reazioni che vanno dalla nausea-mal di testa a vere e proprie perdite temporanee più o meno lunghe della funzionalità di quel senso e svenimenti più o meno gravi.
Luce Infida (Potenziata): I Drow hanno un apparato visivo estremamente funzionale. La loro pelle, inoltre, come già ho accennato, è estremamente scura. Essendo abituati a vivere al Buio, qualora uscissero fuori dalle loro città nelle ore di luce diurna più forte in maniera particolare [//dalle 11 alle 17\\] ma anche in sola presenza del sole, anche se non troppo forte subiranno una diminuzione della loro vista di 8/10 rispetto alla loro comune abilità. Ed in poco tempo se esposti alla Luce solare, potranno essere afflitti da piaghe che si apriranno come ustioni molto gravi e di espansione molto accelerata che potranno portare persino alla morte o alla totale ustione.

VARIE:

Mi accingo a riportarti, caro lettore, una parte degli scritti che riuscii a trovare rovistando tra alcuni archivi di una città Drow. Essa stava in una enorme caverna sotterranea, nelle profondità più remote della terra. Ovviamente l’ho riscritta e tradotta in una lingua che sia comprensibile per te. Dovetti affrontare diversi problemi prima di poterci arrivare. Non credere che io sia stato sempre e solo un Elfo che si dedica allo studio. Ho sempre accompagnato i miei studi con attività che mi hanno fruttato enorme esperienza in diversi campi. Uno di questi mi permise di esplorare un labirinto, uscendone fondamentalmente intonso. Un’altra mi permise di mischiarmi senza dare troppo nell’occhio in mezzo ai Drow. Come, non ti è dato saperlo.
“Gli elfi sono creature deboli, che pongono limiti alla propria conoscenza e di conseguenza al proprio potere, bandendo parte della Magia e decretandola "Proibita". Noi invece, siamo capaci di andare oltre, siamo stati accolti dalla suprema Dea che ci ha donato la pelle del color dell’ossifdiana per renderci più letali nelle tenebre del sottosuolo, dove la magia ha radici forti e intense, capelli bianchi come le tele dei ragni, occhi capaci di vedere al buio con una sensibilità che nessun`altra creatura può vantare. Ancora oggi tra gli Elfi di superficie raramente nascono degli individui assetati di potere ed ambiziosi.
Quando costoro rendono evidente questa tendenza o vengono scoperti in pratiche proibite, vengono immediatamente scacciati e marchiati con il nome di "elfi scuri". Eppure questi reietti, che comunque mantengono l’aspetto di un elfo di superficie, non vengono accettati da noi. Li usiamo per i nostri scopi umiliandoli in nome del vecchio rancore che scorre feroce nei confronti degli elfi di superficie, o più comunemente, uccidendoli in sacrifici rivolti alla Suprema Dea.”

ELFI

Come non poter parlare di quelle affascinanti creature che sono gli Elfi? Ottimi compagni di lunghissime chiacchierate. Creature che definirei perfette. Il fatto che sia un Elfo è un puro caso, ovviamente. Ad ogni modo, cercherò di parlare di me e dei miei fratelli in modo che tu, caro lettore avido di conoscenza, possa comprendere al meglio la nostra natura.
Gli Elfi sono creature agili e aggraziate. A guardarli da lontano potrebbero sembrare degli umani di bassa statura e di costituzione esile. Eppure a guardarli meglio sono decisamente diversi rispetto ad essi. Prima di tutto hanno una altezza inferiore e sono molto snelli. Hanno una altezza che va dalle 135 cannelle alle 175, negli esemplari più alti ed un peso che va dalle 40 alle 70 libbre. Maschi e Femmine hanno la stessa altezza, ma i primi sono lievemente più pesanti.; entrambi i sessi sono caratterizzati da una bellezza e da una eleganza innata che sembra essere la loro essenza. La cute elfica è generalmente chiara, ma non mancano casi, specialmente tra gli Elfi del Mare, in cui essa assume una tonalità che un uomo definirebbe leggermente abbronzata. I capelli hanno una gamma di colori che va dal biondo al castano al nero, con le varie gradazioni di questi colori. Invece i colori delle iridi comprendono tutta la gamma di colori tipica degli Umani, con in aggiunta anche tonalità di blu e viola particolarmente brillanti o intense. Ogni Elfo dedica una cura quasi maniacale al suo aspetto, e riserva una parte della sua quotidianità alla cura del suo aspetto fisico, nonchè del vestire in modo da apparire sempre al meglio, accentuando la sua naturale bellezza. Del resto, la loro lunghissima vita, consente di prestare meno attenzione al tempo che passa. Di contro, pur con così tanto tempo, quello dedicato al riposo ed al nutrimento è pochissimo: un Elfo non dorme mai, solo, deve passare dalle quattro alle cinque ore immerso in una sorta di contemplazione meditativa molto profonda, durante la quale il suo corpo si ristora come avviene per gli Umani durante il sonno; ma a differenza del sonno umano, durante questo stato di trance, gli Elfi rimangono pienamente coscienti di quanto gli accade attorno, pur non potendo muoversi senza uscire dallo stato di trance. Per quanto riguarda il cibo, un Elfo non ha bisogno di grandi sostentamenti nutritivi: mangiano un quarto del fabbisogno quotidiano umano di cibo, e per lo più, pur potendo mangiare qualsiasi cosa, prediligono quasi sempre frutta e verdura, o comunque cibo non troppo elaborato. La loro struttura fisica è esile all`apparenza, ma non lasciatevi ingannare dalle apparenze: sono abili e letali combattenti, armati sempre di equipaggiamenti leggeri e armi come archi micidiali e spade lunghe e sottili... Sempre che non usino le arti soprannaturali, quali quelle mistiche o magiche di cui sono esperti. I loro sensi, ad esclusione del tatto, sono molto più sviluppati rispetto a quelli di un Umano, il che è un vantaggio notevole. Ma ciò che gli Dei ci danno, ce lo tolgono infatti questo vantaggio preclude agli Elfi la capacità di resistere a luci e suoni molto forti ad esempio, o ad odori particolarmente intensi.
Noi Elfi abbiamo tanto tempo da vivere, le nostre vite sono tanto, tanto lunghe e questo influisce sul nostro modo di vedere la vita e di affrontarla. Un modus vivendi che è innato in noi, ben coscienti della nostra natura. Infatti, indipendentemente dalla loro indole, gli Elfi sono calmi, posati, raramente si lasciano andare ad eccessi e raramente agiscono d`impulso. Abili sia nelle arti della guerra che in quelle magiche nonchè esperti del Misticismo, gli Elfi valutano attentamente la loro condotta da seguire e si prendono tutta la calma di cui hanno bisogno per analizzare razionalmente le situazioni in cui incappano. Dietro a ogni loro decisione vi è sempre un perchè, un motivo di fondo che inseguono a volte per secoli interi prima di rivelarlo ad altri. Specialmente negli Elfi di Luce, questo tratto caratteriale è particolarmente accentuato, in quanto è l`unica stirpe degli Elfi ad aver abbandonato lo stato tribale per erigere vasti reami. Ma fai attenzione, lettore. ..Se è vero che un Elfo è lento alla collera, è anche vero che è ancora più lento al perdono, poichè gli elfi sono estremamente orgogliosi, fieri e finanche superbi, e raramente ammettono di aver sbagliato. Questo ovviamente va anche ad influenzare i rapporti con le altre razze, verso le quali gli Elfi, indipendentemente dalla stirpe, si pongono in atteggiamento di superba superiorità, ma non sempre. Beh. Quasi. Molto, molto raramente qualche appartenente ad un`altra razza riesce a superare l`amichevole tolleranza di un qualsiasi Elfo. Questa superbia, questo orgoglio.. Quasi diffidenza oserei dire, hanno però ben motivo di esistere: gli Elfi superano tranquillamente il millennio di vita e, come vedremo tra poco, a volte non muoiono affatto, il che ha portato gli Elfi a richiedere molto tempo e molte prove di buona fede prima di accettare qualcuno entro la propria cerchia anche solo di conoscenti. Una cosa normale, se si pensa che nelle società elfiche, malumori e rancori possono protrarsi per secoli prima di svanire.
Ma dicevamo della vita degli Elfi... Su questo, i loro sapienti, quelli come me, sono molto reticenti a parlare, al di là della versione ufficiale che li vede immortali. In realtà, pare che ogni Elfo quando raggiunge i 1000 - 1500 anni, si distacca dal proprio corpo per andarsi a riunire ai suoi antenati nel mondo naturale, accolto dagli Dèi che ha servito. Ma vi sono, pochi e rari, casi con prove in cui un Elfo si sia rifiutato di compiere questo passaggio, e sia rimasto in vita.. Con quali conseguenze per la sua mente ed il suo fisico, questo non ci è stato concesso di saperlo. O meglio.. A te, lettore, non è concesso.

Veniamo ora alle Stirpi degli Elfi, che sono tre: Gli Elfi Comuni, gli Elfi dei Boschi; e gli Elfi del Mare.

ANATOMIA DETTAGLIATA:
Sistema Nervoso
Il sistema nervoso degli Elfi è in tutto e per tutto simile a quello degli Umani. Nonostante questo presenta una capacità di reazione, di resistenza e di apprendimento molto più elevata rispetto a quella di un comune Umano. Questo permette agli elfi una vita cerebrale molto più lunga ed attiva, una saggezza ed una cultura molto più affinata e vasta e dei riflessi particolarmente sviluppati, circa 2 volte quelli di un comune umano.
Sistema Scheletrico
Lo scheletro degli Elfi è oltremodo differente rispetto a quello umano. Infatti le ossa sono lievemente più sottili, e la loro composizione chimica le rende estremamente elastiche. Questo si rivela un vantaggio, in quanto consente maggiore agilità; di contro questa particolare caratteristica ossea impedisce l`uso di armi e/o protezioni troppo pesanti.
Sistema Immunitario
Molto simile a quello umano, quanto alla conformazione; Si rivela essere almeno 5-6 volte più potente. Molto raramente gli Elfi contraggono delle malattie nei loro 1500 anni di vita. Per coloro che li hanno superati, Lettore, non ti è dato sapere.
Sistema Muscolare
La muscolatura di un Elfo è composta da fasce muscolari estremamente compatte e resistenti; Questo, insieme alla loro ossatura sottile li fa apparire così esili. Ma anche qui non lasciarti ingannare dalle apparenze. La muscolatura di un Elfo è maggiormente efficiente; e garantisce a un Elfo la possibilità di compiere sforzi fisici anche nel lungo periodo impensabili per un Umano.
Sistema Cardio-Vascolare
Molto simile a quello umano, il sistema cardio-vascolare degli Elfi differisce solo per la capacità polmonare di immagazzinare più ossigeno e per il battito cardiaco molto superiore a quello umano: la circolazione di un Elfo risulta assai più rapida, cosa che provoca non di rado rapide morti per dissanguamento o la maggior rapidità nella diffusione di veleni o malattie che abbiano sconfitto il sistema immunitario.
Nutrizione/Sonno
Il sostentamento medio di un Elfo si aggira attorno a 1/4 del fabbisogno umano; pur essendo onnivori, gli Elfi prediligono nutrirsi di frutta e verdura. Gli Elfi inoltre non necessitano di alcun periodo di sonno: per circa 4 o 5 ore al giorno massimo, entrano in una sorta di trance meditativa, durante la quale restano passivamente coscienti di tutto ciò che li circonda e rigenerandosi come fanno gli Umani quando dormono. Durante la Trance meditativa, non possono parlare o interagire con nessuno.
Invecchiamento/Età massima
L`invecchiamento negli Elfi è lento, molto lento. Taluni sostengono addirittura che non arrivino mai all`ultimo stadio della vecchiaia, e che il loro processo di crescita si fermi a un certo punto. Apparentemente immortali, gli Elfi non muoiono nel comune senso di questa parola: quando un Elfo sente che è arrivato il suo momento, lascia il suo corpo terreno per ricongiungersi alla Natura e agli Dèi. Tuttavia questo è un processo volontario, teoricamente un Elfo che non volesse staccarsi dal corpo quando arriva il suo momento, potrebbe vivere per sempre, anche se non ci sono casi conosciuti in cui ciò sia avvenuto, per te, Lettore. L`età massima attorno alla quale si verificano questi processi, si aggira tra i 1000 ed i 1500 anni.

Sensi

Vista
Tripla rispetto a quella umana. Un Elfo può vedere come se ci fosse luce piena anche in presenza della sola luce stellare, o di alcune torce; ma nell`oscurità totale non può vedere. Luci forti, ma di durata minima come un lampo, non provocano più di qualche disorientamento nei più deboli, e non provocano nè cecità nè perdita automatica della concentrazione per gli incantatori. Luci molto forti, come fissare una torcia da due o tre metri di distanza, possono provocare cecità più o meno temporanee.
Olfatto
Doppio rispetto a quello umano. Odori molto intensi, specialmente se in luoghi chiusi e di natura sgradevole, possono provocare nausee molto forti e/o lo svenimento.
Gusto
Di poco più sensibile rispetto a quello umano.
Tatto
Analogo a quello Umano.
Udito
Triplo rispetto a quello umano. Rumori molto forti (superiori a un tuono di medie entità) possono provocare stordimenti, danni all`udito e anche svenimenti a seconda di quanto si protraggono nel tempo.

Caratteristiche

Forza
4/5 di quella Umana.
Agilità/Velocità
Triple rispetto a quelle umane.
Resistenza ai colpi
Inferiore di circa 1/3 rispetto a quella umana.
Resistenza fisica
½ in più rispetto a quella umana.

Peculiarità

Bonus:
Visione del Crepuscolo [SOLO per gli Elfi dell’Acqua]: Gli Elfi del mare riescono a vedere molto bene anche nel buio di una notte illuminata solo dalle stelle, da una torcia, da una candela o comunque in condizioni di illuminazione decisamente scarsa ma NON totale.

Malus:
Sensi Ingannatori:Gli Elfi, essendo una razza estremamente dotata dal punto di vista sensoriale hanno delle difficoltà che derivano da questa loro peculiarità. Come già accennato in precedenza, udito, vista e olfatto sono particolarmente sviluppati rispetto a quelli di un Comune umano. Questo da enormi vantaggi, ovviamente, ma allo stesso modo, odori, rumori e luci troppo forti e prolungati sono quasi letali per loro provocando reazioni che vanno dalla nausea-mal di testa a vere e proprie perdite temporanee più o meno lunghe della funzionalità di quel senso e svenimenti più o meno gravi.
Soffocamento [SOLO per gli Elfi dell’Acqua]: Gli Elfi dell’Acqua, o Airèneldar, riescono tranquillamente a respirare sott’acqua per mezzo delle branchie che si possono osservare dietro le loro orecchie appuntite. Questo, dona estremi vantaggi, ma anche delle grandi problematiche. La pelle di questi elfi e la respirazione in particolar modo, risentono della mancanza d’acqua. In poche parole, qualora un Elfo dell’Acqua rimanesse per più di tre ore fuori dall’acqua del Mare o di un Lago, potrebbe morire disidratato e soffocato totalmente. I primi segni di questo soffocamento e della disidratazione, si faranno vedere dopo due ore di allontanamento dall’acqua. Cominceranno come un semplice fastidio, uno strano senso di sete ed una respirazione lievemente affaticata. Un crescendo di questi sintomi fino a che, al culmine della terza ora, avranno circa un’altra mezz’ora di vita prima della Morte.

VARIE:

Come ho già accennato in precedenza, gli Elfi si suddividono in tre stirpi ben distinte. Gli Elfi dell’Acqua, i Comuni e Gli Elfi dei Boschi, che a loro volta si suddividono in Elfi Silvani ed Elfi Selvaggi. Ho avuto ovviamente modo di constatare con mano e con dovizia di particolari ogni singola caratteristica di queste genti che differiscono anche anatomicamente l’una dall’altra, mantenendo comunque le caratteristiche base della razza a cui appartengono.

Elfi Dell’Acqua [Airèneldar]: Vengono sovente chiamati Elfi del Mare, in alternativa al loro nome più comune. Sono Elfi che riescono a nuotare tra le onde e gli abissi oceanici e fanno della fauna marina e delle acque i loro migliori alleati. A differenza degli altri elfi la loro pelle è argentata con sfumature verdi o blu. I loro capelli variano dal verde smeraldo molto acceso al blu estremamente scuro. Mani e piedi degli Elfi acquatici sono parzialmente palmati. Inoltre sono riconoscibili perché dietro le loro orecchie appuntite sono visibili delle branchie. Questo comporta grandi vantaggi per la respirazione sott’acqua ma da anche diversi problemi.
Elfi Comuni [Eldàrien]: Ho voluto chiamare questa Stirpe con un nome che effettivamente non gli rende giustizia, poiché gli Elfi che io ho definito “comuni” non lo sono affatto, ma sono i più diffusi, nonostante un luogo comune voglia che essi vengan visti come gli elfi più nobili. Se anche non lo fossero, ne sono fermamente convinti. Effettivamente hanno un aspetto nobile, regale e fiero. Solo più alti e robusti rispetto agli altri elfi. Si dice che i gli Elfi Comuni siano quelli più distaccati ed arroganti, il chè è tutto dire, visto che un po’ tutti gli elfi lo sono. Tendono molto ad isolarsi, ad essere estremamente freddi con coloro che non conoscono e permettono fiducia e amicizia solo in pochissimo e selezionatissimi individui, possibilmente Elfi. Sono poco appariscenti, anche se a volte ho visto qualcuno di loro con capelli argentati.

Come ho accennato in precedenza gli Elfi dei Boschi, o Quendi ‘ar Aldaron, si suddividono in due ulteriori stirpi ben definite tra loro. Gli Elfi Selvaggi e Gli Elfi Silvani. Potrà sembrarti ridicolo, eppure queste due stirpi hanno caratteristiche fisiche molto diverse, seppur anche loro mantengano tutte quelle di base di un qualsiasi Elfo.

Elfi Selvaggi [Hravàndir]: Gli Elfi selvaggi sono una particolare stirpe di Elfi che viene definita come tribale e decisamente barbarica. A prima vista potrebbero addirittura non sembrare Elfi, perché bisogna guardarli con estrema attenzione prima di scorgere, oltre le pelli e i muscoli, l’aria elegante ed austera che ogni elfo si porta appresso. La loro pelle è generalmente più scura, quasi marrone scuro, rispetto a quella degli altri elfi ed i loro capelli vanno dal nero intenso al castano chiaro. Indossano generalmente pelli di animali e tessuti ricavati dai vegetali. Sono estremamente orgogliosi della loro natura e del loro essere selvaggi. Vivono generalmente in foreste che proteggono a costo della loro vita e abitano vivendo in totale armonia con la Natura. La loro corporatura presenta una muscolatura più definita e meno longilinea degli altri mezz’elfi, questo non causa però alcuna perdita di velocità.
Elfi Silvani [Edhìlerin]: I Membri di questa stirpe sono in tutto e per tutto simili agli altri elfi anche se la loro corporatura, al contrario di quella degli Elfi Selvaggi è molto più slanciata e longilinea di quella degli altri normali Elfi. Tendono a vestirsi con colori che vanno dal marrone al verde, specialmente quando sono nel loro naturale “elemento”, che sono i boschi, le profondità di questi. Sono particolarmente legati ai Mannari in questo senso poiché solo loro e i mannari, appunto, sono in gradi di orientarsi così bene all’interno dei fitti boschi senza rischiare di perdersi. Usano accordarsi con i Figli di Gea per costellare letteralmente il suolo e gli alberi di trappole che solo loro ed i Mannari riescono a scovare. Allo stesso modo insieme a qualche mannaro anziano allevano in segreto, spesso, creature che amano l’oscurità e le zone boschive. Le addestrano, le lasciano vivere in mezzo a loro controllandone la crescita e le utilizzano come trappole alternative. Le bestie, dal canto loro, tendono a non divorare i malcapitati, non prima che qualche mannaro o qualche Elfo Silvano gli dia il permesso.

FATE

Un giorno mi aggiravo nei pressi di un grosso Lago. Nonostante la pioggia battente che mi rendeva completamente fradicio, avevo un bisogno impellente di passeggiar da solo, più del solito. Così in quella vera e propria bufera di pioggia scrosciante, credevo di trovare la tanto agognata solitudine. Eppure, caro lettore, non ero l’unica creatura che sostava nei pressi della riva del Lago. Qualcosa, qualche movimento dietro di me, mi fece intuire che qualcuno mi stava seguendo. Eppure non ne potevo sentire i passi. Fu così che, dopo qualche minuto mi resi conto di cosa avevo alle calcagna. Una creaturina ammaliante e piccolissima che lentamente si posò sulla mia spalla sinistra. Ecco come avvenne il mio primo incontro con una Fata. Le Fate sono creature affascinanti legate agli elementi per volere degli Dei e dell’energia da loro creata, si suddividono in quattro Etnie, aventi aspetto e caratteristiche comportamentali differenti. In generale sono esseri di piccola taglia, aventi un’altezza compresa tra i 10 e i 25 cm. Il loro peso s’aggira tra i 100 e i 150 g. Queste peculiarità dipendono completamente dalla loro pura essenza d’energia dalla quale, per altro, sono composte. Presentano una fisicità di inusitati bellezza e fascino. Snelle, aggraziate, nonché leggiadre e dotate di un fascino misterioso, sono legate spesso all’elemento a cui appartengono e nei suoi pressi vanno a costruire la loro abitazione. Per alcuni queste creature sono legate ad un immaginario fatto di leggende e racconti fantastici.
Apparentemente queste piccole creature hanno una forma antropomorfa, di piccole dimensioni, ovviamente, e dotate di un peso molto esiguo. Il capo di questi esserini risulta essere appena più grande rispetto al resto del corpo flessibile e filiforme. Dai connotati variabili rispetto all’elemento di appartenenza, presentano un paio di ali luminose, trasparenti e delicate all’altezza delle scapole. Alcune hanno ali simili a quelle delle farfalle con colorazioni che hanno dell’incredibile. Varie e dai colori vivi, come le ali di quegli splendidi insettini, appunto. Hanno grandi occhi dal taglio lievemente allungato in cui l’iride e la pupilla occupano la maggior parte della superficie del bulbo oculare. Ora che ci penso, caro il mio lettore, hai presente gli occhi dei felini? Ecco. Gli occhi delle fate sono molto simili se non per il fatto che le loro pupille sono tonde come quelle degli umani e non allungate, come quelle dei gatti. Il viso di queste creaturine è generalmente connotato da tratti somatici molo aggraziati e minuti, mai grossolani.
La popolazione delle Fate è composta esclusivamente da esseri che possono essere classificati prevalentemente come femminili, ma in quanto esseri composti di pura energia, non necessitano di apparati genitali e quindi di distinzione tra femmina e maschio. Per questo motivo il loro aspetto risulta molto androgino e di difficile associazione. Anche se ammetto di aver incontrato nella mia lunga vita, anche Fate che avevano dei tratti molto più maschili con dei nomi appartenenti a quel sesso, piuttosto che a quello femminile.
Per nulla idonee alle arti del combattimento, sono invece, molto predisposte per Magia e Misticismo, con cui paiono avere molta affinità.
La fata che incontrai io, presto mi svelò una dote notevole, che queste creature hanno. Esse infatti, possono assumere delle sembianze umane per poco più di un giro di clessidra. E quando sono più simili agli umani esse perdono le ali e si presentano alla vista con le stesse caratteristiche della loro normale forma. Umane, ma con una altezza molto esigua.

ANATOMIA DETTAGLIATA:

Sistema nervoso:
Le fate non presentano alcun sistema nervoso, infatti l’energia di cui sono composte da origine ad un “organismo” che non necessita di suddivisione delle funzioni vitali.
Sistema scheletrico:
Anche in questo caso, non presentano alcun sistema scheletrico. Loro hanno una forma antropomorfa ma questo non vuol dire affatto che esse abbiano ossa, muscoli etcetera.
Sistema immunitario:
Come detto in precedenza, le fate sono composte da energia. Per questo non possono contrarre malattie.
Sistema Muscolare:
Non presentano alcun sistema muscolare, per i motivi di cui sopra.
Sistema Cardio-vascolare:
Lo so, è monotono ma le fate non presentano alcun sistema cardio-vascolare, perché composte di energia. Tuttavia questa energia di cui sono formate si presenta sotto forma di un liquido viscoso che assume colorazioni dipendenti da ogni stirpe. E’ insapore , inodore, non è commestibile e emana un calore notevole che si aggira attorno ai 40/50 C°.
Nutrizione/Sonno:
Non presentano alcun apparato che presuppone una nutrizione. In effetti non vedrete mai una fata che si nutre con del cibo comune, anche se ne sono molto attratte. Queste creature si nutrono di energia, ma non una energia di qualsiasi tipo. Piuttosto si nutrono di quella che è insita negli elementi ai quali sono legate. E questo discorso vale anche per il sonno. Infatti le fate non hanno alcun bisogno di dormire. Piuttosto hanno bisogno di un lasso di tempo nel quale ricaricano la loro energia. Questo riposo è necessario almeno una volta ogni 15 giorni. Esso costringe la fata ad entrare in uno stato di meditazione profonda, in un luogo ove il loro elemento sia particolarmente presente. Se la fata venisse interrotta durante questo periodo meditativo dovrebbe iniziare questo procedimento dall’inizio. Al termine di questa procedura, la fata sarà piena di forza e vitalità. Durante il sonno invece la Fata è molto vulnerabile.
Invecchiamento e Età Massima:
Essendo creature composte da pura energia, sono estranee a concetti come l’età. La fata, tuttavia, ha un concetto di nascita, non come l’intendiamo noi. Esso è legato strettamente al momento in cui lei ha abbandonato il suo elemento e ha acquisito una sua autonomia, divenendo così un essere senziente, una fata appunto. Quindi le fate non hanno genitori come noi li intendiamo, ma nascono dall’Acqua, dal Fuoco, dalla Terra e dall’Aria.
Le fate non hanno un’età massima a cui fare riferimento, tuttavia posseggono comunque il concetto di “morte”. Per loro la Morte o la fine consiste nel ritornare all’elemento di appartenenza nel momento in cui la fata si fonde nuovamente con questo. Questo avvenimento può dipendere da una decisione autonoma o da una costrizione esterna.

SENSI:

Vista: Rispetto a quella umana più acuta e ratta a percepire i movimenti. Le fate sono in grado di percepire con la loro vista l`energia delle cose e delle persone, la stessa energia che può essere associata al concetto di aura. Tale caratteristica le permette di non avere particolari difficoltà a vedere al buio.
Olfatto: Assente.
Gusto: Assente
Tatto: Assente, se si considera il tipo di tatto conosciuto dagli umani e dalle altre razze.
Presente se si intende come una sorta di “contatto” tra essenze e energie.
Le fate infatti non colgono, non comprendono il materiale con cui sono fatti gli oggetti o le sostanze organiche, ma colgono le caratteristiche insite nell’energia che li compone.
Ad esempio, una fata che tocca un portone, potrà dire che la sua aura-essenza è robusta e levigata.
Udito: E’ molto simile a quello degli elfi per la sua capacità di cogliere suoni che l’orecchio umano non potrebbe captare, quali gli ultrasuoni e i rumori molto lievi e lontani.

CARATTERISTICHE:

Forza:
Le fate non hanno forza, ma una capacità innata telecinetica di livello elementare. Infatti sono in grado di collegare la loro essenza a quella dell’oggetto che vogliono spostare, lanciare, sollevare o colpire. Questo loro collegarsi gli permette di gestire oggetti che non superino di ¼ la loro altezza e di ¼ il loro peso. Per tali motivi un fata non può indossare armature, armi o combattere.
Agilità/Velocità:
Le Fate hanno un’agilità e una velocità impressionante, avvantaggiata dal peso contenuto e dalle dimensioni ridotte, nonché dall’energia di cui sono composte. La loro agilità e la loro velocità sono 3 volte superiori a quella umana. Per quanto invece concerne la loro velocità in forma Umana esse hanno una velocità superiore di 2/10 rispetto a quella Umana.
Resistenza ai colpi:
Poco meno della metà di quella Umana.
Resistenza fisica:
Le fate avvertono la stanchezza solo quando sono al limite del ciclo di energia di cui dispongono. In stato di normalità però questa risulta essere superiore di circa 1/3 rispetto a quella Umana. Presentano inoltre una buona resistenza alle intemperie e alle difficoltà generate dal loro elemento di riferimento.

Peculiarità:
Volo: Le fate sono in grado di volare. Non hanno limiti di tempo per quanto riguarda questa loro attitudine. In volo possono portare qualche piccolo oggetto o qualche loro simile, purchè queste cose non superino di ¼ il loro peso.
Cristallizzazione d’energia: Viene chiamato così il terzo stadio di estraniazione dal loro elemento. Utilizzando questa abilità le fate sono in grado di assumere delle sembianze che ricordino quelle degli umani, pur mantenendo una altezza e un peso molto contenuti. La Cristallizzazione d’energia dura per circa due ore al termine delle quali saranno costrette ad assumere le sembianze originali.
Affinità elementare: Le fate sono soggette all’influenza dell’elemento al quale appartengono secondo la loro etnia. Per questo potranno mostrare una particolare propensione verso magie o misticismi legati al Fuoco, all’aria, all’Acqua o alla Terra.
Inoltre, se attaccate fisicamente dall’Elemento a cui appartengono ( Es. da fiamme incandescenti per una fata del Fuoco) non subiranno danni, piuttosto ne trarranno giovamento.
Empatia animale e vegetale: Le Fate presentano una innata capacità ad entrare in simbiosi con animali e vegetali (non mostri), tanto da riuscire ad intuirne le sensazioni e trovare una sorta di canale di comunicazione con loro.
Impossibilità di portare armature: Le fate non hanno forza, ma una capacità innata telecinetica di livello elementare. Infatti sono in grado di collegare la loro essenza a quella dell’oggetto che vogliono spostare, lanciare, sollevare o colpire. Questo loro collegarsi gli permette di gestire oggetti che non superino di ¼ la loro altezza e di ¼ il loro peso. Per tali motivi un fata non può indossare armature, armi o combattere.

Varie:

Come accennato in precedenza, caro lettore, ho potuto classificare le fate secondo la loro suddivisione in quattro etnie. E le chiamo Etnie, semplicemente perché ogni tipologia di fata ha dei tratti somatici e caratteriali diversi dall’altra. Persino la loro cultura ed il loro modus vivendi è completamente diverso. Etnie, dunque. Distinguo queste quattro stirpi secondo gli elementi a cui sono legate, e così abbiamo le Fate dell’Acqua, quelle dell’Aria, quelle della Terra e le Fate del Fuoco.
Le fate dell’Acqua: Fate legate all’Elemento dell’Acqua, attingono da questo elemento la loro energia. Possiedono capelli che, in quanto a gradazioni, possono variare in tutte le tonalità del verde acqua, dell’azzurro acceso e del blu. Stesse tonalità valgono anche per gli occhi, che in questa stirpe sono connotati da una particolare intensità dello sguardo e da una forte carica ammaliante. La loro pelle ha una piacevole colorazione sui toni del blu.
Queste Fate sono molto pacate e hanno una dote innata per le arti; amano la pioggia, le tempeste, il mare, i laghi e tutti i luoghi dove l’acqua è l’elemento principale. Come tutte le appartenenti alla loro specie sono molto belle ma presentano una sensualità più spiccata.
Le fate dell’Aria: Questa stirpe è composta da fate che sono estremamente legate all’elemento dell’Aria. Da questa infatti traggono energia e forza. Tra tutte le fate che ho conosciuto queste sono connotate da ali, occhi, capelli e pelle molto meno appariscenti rispetto alle altre. Sono molto più eteree e particolari tanto che il loro aspetto appare assai più misterioso e quasi inquietante. I capelli e gli occhi sono spesso bianchi o dello stesso colore del ghiaccio. E capita che le loro ali siano trasparenti, quasi invisibili se non per qualche particolare brillio quando queste sono in movimento. Serie, compunte e pacate. A tratti severe. Vivono nella più totale neutralità e sono imparziali allo stato puro. Questa dote le accosta spesso ad una concezione filosofica e mistica della loro esistenza.
Le fate della Terra: Simpatiche, non c’è che dire. Molto simpatiche, gioviali e vive. Le più vive delle Fate. Hanno una vitalità disarmante. Sono ovviamente legate all’elemento della Terra e sono legate ai Boschi ed agli Alberi in generale. Occhi e capelli hanno una colorazione che ricopre una rosa di colori che va dal verde al marrone. Carnagione estremamente scura in alcuni casi, ma può capitare che abbiano una colorazione lievemente più chiara. Hanno capelli molto crespi e neri come la pece, che dona loro un aspetto selvatico e un poco meno elegante rispetto a quello che hanno le loro sorelle. Ah quante litigate mi son fatto con queste cosettine alate, sensibili, tenaci, terribilmente testarde seppur gioviali, schiette e fiere di se. Orgogliosissime. Curiose come tutte le altre fate, vivaci e dispettose, a volte. Sono molto aperte e amano sbizzarrirsi in feste alle quali invitano tutte le altre fate e, qualche volta, qualche viaggiatore.
Le fate del Fuoco: Una volta ho osato non rendermi conto della presenza di una di queste fatine, vanitose, che stava dietro di me. E feci l’errore più grande della mia vita poiché dissi ad una Fata dell’Aria che non avevo mai incontrato una fata antipatica, fatta eccezione per quelle appartenenti alla Stirpe del fuoco. Non ebbi più pace. Ovviamente esagero, ma non troppo. Queste creaturine sono legate indissolubilmente all’Elemento del fuoco. Vengono identificate con quelli che nell`immaginario popolano vengono chiamati folletti o spiritelli, anche se sono ben diverse dai quei piccoletti. Mi chiedo ancora come ho fatto a non vedere quella fatina. Infatti queste piccolette hanno occhi e capelli di un rosso acceso e sfavillante, proprio come la fiamma. La loro carnagione è chiarissima, a volte candida. Istintive e dal carattere parecchio irascibile, di solito sono votate al Bene o all’imparzialità, vengono comunque temute per il loro carattere molto vendicativo, e io ne so qualcosa!

FOLLETTI

Mio dotto lettore, l'incontro con la razza di cui mi avvio a parlarti avvenne quasi per caso. Ricordo infatti, d'aver lasciato aperta, per errore, una finestra del mio studio. Intento com'ero a lasciar vagare il pensiero per altri lidi, immerso nelle mie carte, non m'accorsi che un piccolo esserino aveva oltrepassato il davanzale iniziando a svolazzare per la stanza. Solo quando questa piccola creatura si posò sul mio tavolo da lavoro, azzannando impunentemente un pezzo di pan di via, mio modesto pasto, azzardai d'osservarla meglio avendo ormai capito che d'insetto non si trattava. Questo esserino mi puntò gli occhietti addosso e con voce squillante mi chiese se mai avessi visto, prima d'allora, un folletto. Seppur a malincuore fui costretto ad ammettere che quello era il mio primo incontro con la loro razza. Diventammo amici e ciò mi consentì di approfondire la loro conoscenza.
Folletti, dunque, è il loro nome. Dopo il mio primo incontro ne vidi molti altri. La loro forma è antropomorfa anche se, a differenza degli umani o degli elfi, le parti che compongono il loro corpo spesso sono disarmoniche fra di loro. Questo vuol dire, mio attento lettore, che spesso potrai trovare folletti con braccia o gambe più lunghe del tronco, oppure più corte, teste più o meno grandi oppure ben proporzionate. La disarmonia somatica è un tratto distintivo della razza ed è per questo che ogni soggetto presenta accentuate particolarità rispetto ad un altro. Ciò rende la razza estremamente varia e affascinante da osservare.
Ma non divaghiamo ulteriormente. Col passare del tempo sono riuscito ad esaminare vari esemplari e ho potuto assodare che le loro altezze variano da un minimo di 2 cannelle ad un massimo di 20 ed il loro peso da circa 15 a 30 grammi. Il colore della loro pelle varia considerevolmente mantenendosi su tonalità che non sono riscontrabili in altre razze: infatti, l'epidermide dei folletti si presenta con due, interessanti, particolarità. La prima consiste nel colore che varia dal marrone chiaro fino al verde più scuro. Sono tonalità di colore ritrovabili anche nella vegetazione del sottobosco e proprio grazie a questa particolarità i folletti hanno una spiccata capacità mimetica. La seconda è la consistenza della pelle: essa si presenta ruvida al tatto e dalla struttura simile alla corteccia degli alberi. Eppure la flessibilità e la resistenza è del tutto analoga a quella della pelle umana. I capelli sono connotati anch'essi da alcune particolarità: dei medesimi colori del corpo, essi mostrano di cambiare la consistenza con il mutare degli anni. Essi infatti assumono, nei folletti più giovani, una struttura del tutto simile all'erba in quanto a compattezza mentre con il passare degli anni la tendenza dei loro capelli è quella di decadere esattamente come decadrebbe la vegetazione. Ciò vuol dire che nei folletti più anziani i capelli saranno dello stesso colore dell'erba appassita. Gli occhi sono neri e mai ho visto soggetti che deviassero da questa caratteristica. Inoltre, essi mancano dell'iride. Ciò non toglie che siano comunque, costantemente, illuminati da bagliori di vitalità.
Passò del tempo prima che riuscii a capire qualcosa dell'anatomia interna dei folletti in quanto la difficoltà di reperire soggetti da esaminare in tal senso è evidente per una serie di motivi sui quali mi soffermerò in seguito. Ma ciò che mi raccontarono i folletti più anziani fu illuminante: dentro di essi scorre una sostanza a cui loro stessi mai hanno dato un nome ma che io, per comodità, ho scelto di chiamare "linfa di Gea". Questo fluido dall'intenso color nero non è per densità e scorrevolezza paragonabile nè al sangue elfico nè al sangue umano. Esso infatti risulta più corposo del sangue umano ma allo stesso tempo gode della maggiore fluidità di movimento che caratterizza il sangue di noi elfi. La linfa, trasportata da un sistema circolatorio che pare essere estremamente efficiente, consente ai folletti di muoversi con agilità e velocità, limitando il senso di fatica anche dopo molte ore di volo. Certo, mio attento lettore, il volo: queste creature possono infatti levarsi in aria grazie a delle ali che ognuno di loro possiede. Esse non sono per nulla simili a quelle delle fate. Se queste sono sgargianti e dagli innumerevoli colori, le ali dei folletti assumono tonalità che ricordano i colori del sottobosco.
Un ultimo accenno merita, mio attento e spero scrupoloso lettore, il curioso ma ingegnoso sistema tramite il quale i folletti si riproducono. Mai vedrete una femmina di questa razza portare in grembo il nascituro. La procreazione, infatti, avviene con un atto tramite il quale i due folletti, maschio e femmina, si uniscono in un unico abbraccio, rilasciando all'interno della corolla di un fiore prescelto un seme. Il fiore appassirà trasformandosi in humus fungendo così da nutrimento al seme che a sua volta genererà un nuovo fiore dello stesso tipo. Questo conterrà al suo interno il folletto che nascerà allo sbocciare del fiore. Essendo la pianta legata in modo così intimo alla creatura, il folletto trarrà il suo carattere da essa e ad essa tornerà al momento della morte, rimanendo empaticamente ed emozionalmente legato al fiore per tutta la durata della sua vita. Proprio per questo motivo la pianta genitrice sarà ben nascosta, il più delle volte in posti inaccessibili a qualsiasi altra razza.

I folletti sono per loro natura gioviali ed allegri seppure alcuni soggetti tendano ad isolarsi e ad essere meno comunicativi degli altri. Essi sono spiriti della Natura, e di Gea incarnano la forza prorompente e la vitalità, la spigliatezza e l'attitudine scherzosa. Alcuni folletti, più di altri, tendono a porsi nei confronti del prossimo con tono di sfida ed in essi è riscontrabile una maggior attitudine a coltivare la conoscenza dei volti più oscuri di Gea, fino a segregarsi dai loro simili. Ma sono casi rari che tu, mio lettore, avrai difficoltà a riscontrare . Per cui, abbi fiducia nelle mie parole. I loro scherzi possono essere di varia natura: innocenti ma anche perfidi verso soggetti a loro dire colpevoli di un torto. E' così, mio lettore: qualora tu riesca a vincere l'iniziale diffidenza di un folletto e a fartelo amico, troverai in lui un compagno fidato, sempre pronto ad offrirti un sorriso ed una risata. Ma prova a spezzare il legame creatosi e troverai in lui un acerrimo nemico, pronto a tormentarti con burle d'ogni genere.

ANATOMIA DETTAGLIATA

Sistema nervoso: se i movimenti dei folletti sono così rapidi e le loro reazioni così istantanee, ciò è dovuto ad un sistema nervoso estremamente reattivo e semplificato. Esso è composto da un cervello, da un midollo spinale e da quattro fasci di nervi che da esso dipartono raggiungendo le estremità degli arti. La velocità alla quale gli stimoli viaggiano è estremamente rapida consentendo al folletto di muoversi e reagire in maniera tale da risultare quasi imprendibile in un ambiente aperto.

Sistema scheletrico: sebbene sia stato difficile verificare la presenza e la costituzione di un sistema scheletrico posso con certezza affermare che lo scheletro dei folletti è simile per forma a quello degli umani. Le uniche peculiarità che ho avuto l'opportunità di riscontrare sono state due. La prima consiste nella sostanza di cui questo scheletro è composto. A ben vedere essa è simile al legno. Sì, mio lettore, ho detto simile perchè del legno essa conserva solamente la consistenza e la struttura esterna. Infatti, e siamo alla seconda particolarità, l'interno dell'osso è poroso e parzialmente cavo. Questo fa sì che la struttura ossea risulti da una parte più leggera ma dall'altra più delicata e meno resistente ai colpi da urto.

Sistema immunitario: i folletti sono emanazioni dirette di Gea ed in quanto tali sono insensibili alle malattie e a qualunque veleno di origine naturale. Solo il deperimento della pianta genitrice può condurre il folletto ad un indebolimento generale che può condurre, nel caso la pianta non riacquisti la sua vitalità, fino alla morte del soggetto.

Sistema muscolare: guizzanti e scattanti, i muscoli dei folletti sono costituiti di una fibra simile in tutto e per tutto a quella della pelle. L'unica differenza sta nella maggior compattezza e nella estrema flessibilità. I muscoli dei folletti possono infatti contrarsi e rilasciarsi con estrema rapidità, generando così una spinta tale da consentire al folletto i movimenti rapidi che lo contraddistinguono.

Sistema cardio vascolare: il cuore dei folletti è simile a quello umano. Lo contraddistingue però una particolarità che è quella di avere almeno un numero doppio di battiti nella stessa unità di tempo nel momento in cui il folletto è a riposo e un numero triplo nell'istante in cui il soggetto è minacciato o richieda energia per uno sforzo immediato o prolungato. Completa il sistema cardio vascolare un reticolo di vasi sanguigni esteso ma ridotto nel diametro e nella portata dei vasi stessi. Ciò mi ha portato a pensare che la linfa di Gea circoli nel corpo del folletto con una pressione molto superiore a quella presente nel sistema circolatorio umano. Ciò fornirebbe un'altra esauriente spiegazione all'agilità e alla prontezza della razza che sto trattando.

Apparato digerente: analogo a quello umano ma più efficiente nella scomposizione dei cibi e nell'assimilazione delle sostanze nutritive. Il folletto, avendo un bisogno costante di energie, mangia più volte al giorno ed in piccole quantità, sottoponendo il suo apparato digerente ad un'attività costante.

SENSI

Vista: questo senso è particolarmente acuito e allenato. I folletti possono vedere correttamente anche in condizioni di penombra e di scarsa illuminazione.

Udito: simile per portata e sensibilità a quello umano.

Gusto: estremamente sensibile, riescono a discernere con esattezza i cibi deteriorati da quelli ancora commestibili, purchè essi non siano stati sottoposti ad alcuna lavorazione o modificazione artificiale.

Tatto: analogo a quello umano

Olfatto: come il gusto, così l'olfatto è sensibile agli odori della natura. Un folletto riuscirà, anche senza l'uso della vista, a discernere un prodotto artificiale da una pianta, anche se entrambi sono connotati da uno stesso aroma.

NUTRIZIONE/SONNO

I folletti si nutrono dalle quattro alle cinque volte al giorno: ghiande, bacche, frutti e dolciumi sono elementi che compaiono sovente all'interno della dieta di un folletto che per sua natura è particolarmente goloso. Tuttavia egli, a differenza di molti disgustosi umani che ho avuto il dispiacere di vedere, non tende ad ingrassare finendo per usare tutte le energie incamerate con l'alimentazione.
Questo consente ai folletti di essere sempre vigili e di necessitare di poche ore di sonno al giorno. In quei momenti i folletti si ritirano nel sottobosco, in una zona protetta dagli sguardi indiscreti, rannicchiandosi in un angolino buio e confortevole. Il riposo non supera mai le due ore.

INVECCHIAMENTO/ETA' MASSIMA

Tendenzialmente i folletti hanno un'aspettativa di vita estremamente lunga. Alcuni dei soggetti più vecchi, dalla pelle ormai rugosa e dai capelli simili a stoppa, illuminandomi su questa particolarità, mi hanno raccontato che un folletto può arrivare fino alla veneranda età di 600 anni. A quest'età si ritireranno, tornando alla pianta che li ha generati. A questo punto, se nati da un fiore, essi si poseranno all'interno della corolla che li accoglierà richiudendosi sopra di essi e appassendo lentamente. Se nati da un albero, essi si poseranno su un ramo e lentamente si lasceranno inglobare dalla pianta, tornando ad essere parte dell'elemento che li ha generati. E' per questo , caro lettore, che, nonostante la mia navigata perizia nel campo, ho trovato notevoli difficoltà ad analizzare soggetti, come dire, defunti.

CARATTERISTICHE

Forza: Minore della metà della forza di un umano.

Agilità/velocità: all'incirca quattro volte maggiori di quella umana.

Resistenza ai colpi: metà di quella umana.

Resistenza fisica: superiore a quella umana di poco meno della metà.

Intelligenza: superiore a quella umana di poco più di un quarto.

BONUS

Scatto del folletto: la velocità con la quale un folletto si muove lo rende un obiettivo difficile da intercettare o da catturare. Egli può rimanere sollevato a mezz'aria e spostarsi con scatti fulminei e precisi da un punto all'altro diventando un bersaglio particolarmente difficile per le razze ed i soggetti più massicci ed imponenti.

Mimetizzazione: la particolare colorazione della pelle e dei capelli del folletto gli consente di confondersi quasi pefettamente fra la vegetazione qualora i due colori siano combacianti. L'affinità con il sottobosco non ha fatto che affinare questa capacità rendendola quasi perfetta. Solo un occhio molto attento ed allenato alla visione delle opere di Gea (ad esempio i druidi) o i folletti stessi potrebbero discernere un soggetto mimetizzato dalla vegetazione circostante.

MALUS

Disarmante gracilità: i folletti, a causa della loro costituzione non di certo forgiata per la battaglia, non possono indossare armature di alcun genere né maneggiare armi che non siano piccolissime riproduzioni adattate al loro fisico. Ben poco utili, comunque. Le “armi” che riescono a farsi costruire con più facilità sono dei piccolissimi archi con delle minuscole freccie. Non di rado ho visto dei Folletti munirsi di piccole cerbottane con dei piccoli dardi avvelenati.

STIRPI

Discutendo con i folletti più anziani sono venuto a conoscenza di alcune particolarità. Le stirpi sono caratterizzate sia fisicamente che caratterialmente in base al tipo di pianta dal quale nascono i folletti che la compongono.

Stirpe degli Spriggen: sono i folletti dall'inclinazione maggiormente tendente a ciò che gli umani definirebbero negatività. Il più delle volte sono d'aspetto tetro e grottesco, giungendo ad avere deformità notevolmente accentuate. In loro è insita la volontà di avvicinarsi maggiormente al lato più oscuro e caotico di Gea. Il loro carattere li porta a porre in essere gli scherzi più efferati che il più delle volte si avvicinano ad essere addirittura crudeli. Schivi e restii a stringere amicizia addirittura con gli appartenenti alla loro stessa razza, gli Spriggen vengono generati dalle piante cresciute nelle zone di ombra completa e perenne.

Stirpe dei Clurichaun: questa stirpe incarna l'equilibrio e la quiete di Gea. Generata da piante nate in zone dove sole e ombra s'alternano equamente, questi folletti sanno allo stesso modo dividersi fra scherzo e serietà. Sono gli spiriti più equilibrati, i più saggi e fra di essi non è raro trovare assennati studiosi e cultori di arti magiche.

Stirpe dei Tirnanog: fanno parte di questi stirpe i folletti nati da piante esposte costantemente alla luce del sole. Questi soggetti sono ancorati saldamente ai piaceri della vita che amano dividere in maniera eguale fra sè stessi e gli altri. Amanti degli scherzi innocenti, i Tirnanog non penserebbero nè vorrebbero mai il male di alcuno. Allegria, gentilezza e disponibilità sono i tratti fondamentali di questa stirpe solare come l'astro sotto la cui luce sono stati generati.

KENDOT

I kendot sono piccoli esseri vagabondi che vivono in tribù e si spostano sempre alla ricerca di nuove avventure. Narra infatti la leggenda kendot che vi sia un grande tesoro, che racchiude tutti gli oggetti del mondo, nascosto da qualche parte tra le terre conosciute e non. La loro missione dall’alba dei kendot, consiste nel trovare questo tesoro. Peccato che i kendot tendano a farsi distrarre da qualsiasi cosa e che quindi spesso finiscano per stanziarsi nelle terre più diverse, conservando solo il ricordo dei parenti lontani, sparsi nel mondo per compiere questa mitica ricerca, e cercando nuovi indizi per la loro missione.

ANATOMIA

Forza: 40.
Mente: 80.
Allineamento: Positivo.

Aspetto : Antropomorfo, simile a quello di bambini, piccoli e rotondetti.
Altezza: varia dai 100 ai 140 cm.
Peso: dai 30 ai 50 kg
Testa: presenta capelli di tonalità scura (castano, rosso, bruno, nero) solitamente acconciati in strane code o trecce, pieni di nastrini o coperti da un cappello. Presentano orecchie leggermente a punta.
Tronco: ancora con l’aspetto infantile, non ha peluria ed è soggetto all’accumulo di grasso in zona pancia.
Occhi: Solitamente castani, verdi o azzurri.
Epidermide: analoga a quella umana
Anatomia interna:
Sistema nervoso: Il sistema nervoso è formato da cervello, midollo spinale e terminazioni nervose, differisce da quello umano per una maggiore velocità nei movimenti, soprattutto degli arti superiori.
Sensi:
-Vista : Analoga a quella umana, tendono a essere però daltonici.
-Udito: Simile a quello elfico, quindi abbastanza sviluppato.
-Tatto : Maggiormente sviluppato di quello umano.
-Olfatto: Maggiormente sviluppato di quello umano nel riconoscere soprattutto gli odori dolciastri.
-Gusto: Più sensibile di quello umano.

Sistema cardio-vascolare: Il sistema cardio-vascolare è formato da cuore, arterie, vene e capillari, analogo a quello umano. Riceve molta energia dalla grande quantità di zuccheri assunta dai kendot.
Sistema respiratorio: Il sistema respiratorio è formato da trachea, bronchi e polmoni analogamente a quello umano.
Apparato digerente: L`apparato digerente è formato da esofago, stomaco, intestino e fegato. È abituato a lavorare molto, e quindi è la zona più soggetta a dolori in un kendot, che mangia in continuazione e cibi molto zuccherati soprattutto.
Apparato muscolare: L`apparato muscolare è formato da fasci di muscoli uniti con tendini alle ossa, particolarmente sottili negli arti superiori, il che conferisce loro una particolare agilità.
Apparato riproduttore: L`apparato riproduttore è analogo a quello umano sia il maschile che in femminile, sebbene vi sia una totale assenza di pudore.
Nascita: La nascita di un Kendot avviene con l’accoppiamento di un maschio e di una femmina, e la gestazione dura due mesi.
Carattere:
I kendot sono vivaci, curiosi, giocherelloni, come i bambini umani. Amano fantasticare e burlarsi degli altri, architettando assurde situazioni. Sono logorroici, hanno una parlantina inguaribile e sempre nuovi aneddoti da raccontare. Adorano andare in giro a raccattare cose per nasconderle nelle loro tasche, e tendono a mangiare qualsiasi cosa loro ispiri, soprattutto se all’apparenza dolce. Sono grandi mangioni, e cercano di accattivarsi la simpatia delle persone spesso per avere solo latte e biscotti.
Producono strane polverine create mischiando gli ingredienti più strani e usano quelle per difesa, o per burle.
Tendono a provare qualsiasi esperienza, non hanno quindi paura di osare e per questo finiscono spesso nei Guai. In caso di grande pericolo, delle ghiandole poste nel naso, producono una sostanza urticante, che produce loro una serie di starnuti incontrollabili. Questi starnuti spandono nell’aria questa sostanza, che ha effetto allucinogeno su tutti coloro che si trovano nelle immediate vicinanze, anche sul kendot stesso, dandogli la possibilità di evadere dalla situazione. Sono fondamentalmente incapaci di far del male volutamente a qualcuno, sebbene spesso siano maldestri e poco coordinati. Hanno il culto della famiglia e dell’Hoopak, un semplice bastone con una fionda sulla sommità, spesso adornato con chincaglierie, e sono cleptomani.

MANNARI

E fu incredibile, quel giorno, in cui mi trovavo in un bosco. Lasciavo proprio in quel momento le case degli Gnomi che mi tesero una sorta di trappola. Loro probabilmente lo videro come uno scherzo giocoso e assolutamente furbo. Io, che allora ero un giovincello di appena 500 anni, mi presi lo spavento più terribile che mi sarei mai aspettato di prendere. Innanzi ai miei occhi vidi un enorme lupo dal pelo grigio che mutava la sua forma in quella di un uomo robusto. Per lunghi minuti rimasi impietrito ad osservarlo, atterrito, seguendo con meticolosa e, in un certo senso, cinica attenzione. Ricordo ogni suo mugolio di dolore, un dolore che deve essere il supremo dolore. Lo aiutai a rimettersi in sesto, era sfinito. Credo rimase molto colpito dal mio gesto e mi guidò in una parte del Bosco che mai avevo conosciuto, molto intricata troppo, che poi lasciava spazio ad una serie di buche, nascoste dalle fratte. Esse mi fecero accedere a quello che lui chiamava “Antro della Madre”. Non starò a descrivervi l’enormità, la meraviglia, la perfezione che vidi in quel luogo. Mi diedero il permesso di parlare con loro, sebbene su alcuni argomenti rimasero molto molto chiusi. Studiare quelle creature affascinanti e misteriose fu la cosa più difficile e pericolosa che io ho mai fatto. E loro, quegli esseri che in loro hanno due entità, vengono chiamati gli Uomini Lupo. I Mannari.
Sono una Razza formata da elementi Estremamente legati alla Natura e alla Vita. Essi venerano Gea, della quale sono i guerrieri e i protettori. Alla vista si presentano come esseri simili agli Umani ma possono assumere altre due forme. Quella di Animale e quella di Licantropo.
Poche caratteristiche li differenziano dagli Umani, infatti sono connotati da una struttura fisica più forte e imponente. Hanno una dentatura più simile a quella animale con zanne leggermente pronunciate e le loro mani presentano Medio e Anulare della stessa lunghezza, come i Canidi. La loro altezza varia da un braccio e sessantacinque cannelle a Due braccia e dieci cannelle (quanto mi facevano paura, caro lettore.. Non sai quanto) e il loro peso varia da un minimo di 60 libbre a un massimo di 120 Libbre, per un esemplare adulto. Le loro donne sono nerborute e forzute, anche se un poco più esili dei Maschi. I loro Occhi possono assumere qualsiasi gradazione di colore, raramente le iridi sono come quelle della loro forma Animale. La Pelle è generalmente uguale a quella degli umani. I loro capelli sono come quelli dei comuni Umani.
Per la Loro conformazione fisica sono in grado di sollevare pesi maggiori a quelli sollevati dagli umani e presentano una maggiore resistenza agli sforzi fisici. I loro sensi sono più acuti. In particolare la Loro vista è in grado di poter penetrare anche la Notte connotata da una scarsa luce. Nel buio totale non vedono nulla ma si lasciano guidare dal loro fiuto e dall’udito, assai più sviluppati di quelli Umani.
I mannari non amano i luoghi troppo civilizzati e abitati manifestando una predilezione per gli spazi aperti della Natura. Si tengono un poco agli estremi della società e generalmente affrontano la vita in maniera istintiva. Di solito presentano una affinità particolare al combattimento e alla vita guerriera ma si interessano anche di Arti Mistiche. Sebbene alcuni di loro decidano di intraprendere il sentiero della Magia, generalmente i componenti di questa razza sono diffidenti nei suoi confronti.
Caratterialmente si presentano Iracondi, Istintivi e non troppo propensi al dialogo e alle futili conversazioni, seppur una volta guadagnata la loro fiducia risultano essere abbastanza socievoli.. Guadagnati l’amicizia di un Mannaro, mio caro Lettore, ed avrai un essere che ti sarà leale sempre, a meno che tu non lo tradisca, ovvio. I Mannari amano stare soli o in compagnia dei loro simili e si riuniscono in Branchi o Tribù. Sono molto riservati e la loro cultura è solo ed esclusivamente orale. Hanno, infatti, un Rispetto profondo per gli Anziani. Presentano una avversione particolare per la Razza dei Vampiri, che vedono come un insulto a Gea. Alcuni di loro, però, riescono a intrattenere un rapporto con loro, sebbene esso non sia connotato da Fiducia, Lealtà e Ammirazione.
I loro corpi mutano con l’avvento della Luna piena ed essi diventano totalmente animali. Animali che sono Lupi, un po’ più grossi del Normale. Ma non hanno solo quella forma. I più anziani ed i più esperti possono assumere una forma molto particolare che è l’incontro perfetto tra la loro parte Umana e quella di Bestia. Bestie alte una volta e mezzo la loro altezza umana. Non avvicinarti mai a queste bestie, se avrai l’onore di vederle.

ANATOMIA DETTAGLIATA

Sistema Nervoso
Forma Umana:
Il sistema nervoso dei Mannari è abbastanza simile come conformazione a quello umano; è dotato di una capacità di reazione di gran lunga superiore a quella umana, connotando i Mannari di riflessi decisamente pronti.
Forma Animale: Come da Animale di Riferimento;
Forma Licantropo: Come in Forma Umana;

Sistema Scheletrico
Forma Umana:
Lo scheletro dei mannari è simile rispetto a quello umano: le ossa sono però più grosse e forti. Questo si rivela un vantaggio, in quanto consente maggiore resistenza e forza che permette ai mannari di sollevare qualsiasi tipo di arma e di fronteggiare molti sforzi fisici, ma senza esagerare.
Forma Animale: Come da Animale di Riferimento;
Forma Licantropo: Decisamente più grosso di quello in forma Umana, Infatti lo scheletro di un Licantropo è alto circa Una volta e Mezza quello del mannaro in Forma Umana (Statura Umana: 2 braccia. Per ottenere la Statura della Forma Licantropo: 2 braccia + la metà di due braccia. Ovvero 3 braccia). L’ossatura del Licantropo è molto più forte e resistente. Presenta la stessa struttura della Forma Umana a differenza di Cranio, Coda e Zampe che sono come nella Forma Animale.

Sistema Immunitario
Forma Umana:
Molto simile a quello umano, ma più sviluppato. Hanno una capacità di guarigione molto maggiore a quella umana (circa tre volte quella Umana) riguardante anche tutte le patologie e le ferite. Unica eccezione a questo è la vulnerabilità all’argento che causa ferite da classificarsi
Forma Animale: Come da Animale di Riferimento ma con capacità di guarigione migliorata;
Forma Licantropo: Come da Animale di Riferimento ma con Capacità di guarigione migliorata;

Sistema Muscolare
Forma Umana:
La muscolatura di un Mannaro è composta da fasce muscolari decisamente pronunciate che lo fanno apparire più grosso, forte e più efficiente; Questa muscolatura permette a un mannaro la possibilità di compiere sforzi fisici superiori a quelli di un umano al quale apparirebbero impensabili.
Forma Animale: Come in Forma Umana;
Forma Licantropo: Come in Forma Umana, solo che essendo una forma Ibrida assume le caratteristiche di velocità e potenza di entrambe le Forme. Le fasce muscolari animali vanno a sovrapporsi a quelle umane rendendo così particolarmente efficienti e mastodontiche queste creature.

Sistema Cardio-Vascolare
Forma Umana:
Molto simile a quello umano, il sistema cardio-vascolare dei Mannari però differisce soprattutto per la consistenza del sangue che è molto più denso. Questo fa si che i Mannari siano meno soggetti al dissanguamento, e alla morta per avvelenamento.
Forma Animale: come da Animale di Riferimento;
Forma Licantropo: Come in Forma Umana, seppure il cuore di notevoli dimensioni possa sopportare sforzi che per intensità e durata non sono paragonabili a quelli di nessun’ altra razza di Klotien;

Nutrizione/Sonno
Forma Umana:
Il sostentamento medio di un Mannaro si aggira attorno al doppio del fabbisogno di un Umano. Nonostante siano onnivori prediligono la carne, possibilmente cruda. Le stirpi più vicine alle città e alla civilizzazione la cuociono e mangiano cibo normale. Tuttavia l’istinto è molto presente in tutte le stirpi, ad eccezione di una. Per quanto riguarda il Sonno, esso è simile a quello umano seppure mantengano come i Lupi un sonno che è una sorta di dormi-veglia. Di tutte le ora in cui dormono solo una è di sonno profondo.
Forma Animale: Coma da Animale di Riferimento;
Forma Licantropo: Essendo uno stato che non si può mantenere per troppo tempo non è possibile valutare il quantitativo di sonno. In quanto al Cibo un Licantropo necessita di una quantità di cibo che è 4 volte quella umana.

Invecchiamento/Età massima
I mannari hanno un invecchiamento lento rispetto a quello degli Umani. Generalmente un Mannaro dimostra la metà degli anni che invece ha. La loro età massima si aggira intorno ai 250 anni. Ma verso i 220 anni i Mannari sentono come un richiamo ancestrale alla loro forma più congeniale, quella animale. Così cominciano a distaccarsi lentamente dalla società diventando più solitari e chiusi fino a quando non mutano un ultima volta nella forma Animale allontanandosi definitivamente dalle zone abitate e dai loro cari andando ad attendere la morte che avverrà in comunione con Gea.

 

Sensi

Vista
Forma Umana: Maggiore rispetto a quella umana di 1/2. Un Mannaro può vedere come se ci fosse luce anche in presenza della sola luce stellare e Lunare; nel buio totale non può vedere. Un esposizione degli occhi ad una forte luce prolungata può causare un annebbiamento momentaneo della vista.
Forma Animale: Come da Animale di riferimento;
Forma Licantropo:Come da animale di riferimento;

Olfatto
Forma Umana: doppio rispetto a quello Umano. I mannari hanno una capacità innata di memorizzare l’odore delle persone e delle razze così da poterle riconoscere anche qualora non le riescano a vedere. Un odore troppo intenso e prolungato provoca la nausea fino a che non ci si libera di quell’odore.
Forma Animale: Come da Animale di Riferimento;
Forma Licantropo: Come da Animale di riferimento;

Gusto
Forma Umana: Uguale a quello Umano seppur riescano ad individuare un cibo avariato con maggiore efficacia rispetto agli Umani.
Forma Animale: Come da Animale di riferimento;
Forma Licantropo: Coma da Animale di Riferimento.

Tatto
Forma Umana: Leggermente meno sensibile ( 1/10 ) rispetto a quello umano dovuto ai continui traumi sensoriali dovuti alla mutazione.
Forma Animale: Coma da Animale di Riferimento;
Forma Licantropo: Come da Animale di Riferimento. Ma il Licantropo, per la sua furia sente molto meno il dolore ( - ½ rispetto agli Umani) Questo può causare la morte della Creatura in quanto non si rende conto delle ferite che ha. Ma causa anche il difficilissimo allontanamento dalla battaglia dello stesso.

Udito
Forma Umana: Maggiore rispetto a quello Umano di 1/2. Non presentano particolari fastidi a rumori forti.
Forma Animale: Come da Animale di Riferimento;
Forma Licantropo: Come da Animale di Riferimento;

Caratteristiche

Forza
Forma Umana: Superiore a quella Umana in quanto connotati da struttura fisica più forte e resistente. ( + 3/10 rispetto agli Umani)
Forma Animale: Superiore a quella umana in quanto connotati da una struttura fisica più forte e resistente. ( + ½ rispetto agli Umani)
Forma Licantropo: La forza dei Mannari in Forma licantropo è Circa il doppio di quella che hanno in forma Umana. ( + 15/10 Rispetto agli Umani )

Agilità/Velocità
Forma Umana: Sono più agili rispetto agli Umani di 1/4. Presentano una Velocità appena superiore a quella Umana. ( + 2/10 )
Forma Animale: Come da animale di Riferimento;
Forma Licantropo: Nettamente inferiore a quella di un essere umano seppure la possente muscolatura gli consenta di compiere balzi di notevole gittata.

Resistenza ai colpi
Forma Umana: Superiore a quella umana di 1/2.
Forma Animale: Come da Animale di Riferimento;
Forma Licantropo: La resistenza della Forma Licantropo è Circa il doppio di quella che hanno in forma Umana. ( + 15/10 Rispetto agli Umani )

Resistenza fisica
Forma Umana: Superiore di 1/4 rispetto a quella Umana;
Forma Animale: Come da Animale di riferimento;
Forma Licantropo: Circa il doppio di quella che hanno in forma Umana. ( + 15/10 Rispetto agli Umani )

Peculiarità
Bonus: Affinità Animale; Orientamento; Senso del Cacciatore; Legame con Gea;

Affinità Animale
I Mannari sono comunque creature molto legate alla Natura e nel loro corpo convivono due nature che si trovano in eterno conflitto. Gli animali dei Boschi, le creature naturali ed a volte anche qualche Mostro, riconoscono negli Uomini-Lupo i guardiani e protettori di Gea. Non ho mai visto un animale che attacchi un mannaro. Gli animali, infatti, rispettano i mannari e spesso si affiancano a loro nelle battaglie che vengon mosse per la difesa di Gea.

Orientamento
Mi stupii molte volte della capacità innata che i Mannari avevano. Una delle tante. Infatti i mannari, se sono già stati in un luogo almeno una volta, o se comunque l’hanno studiato a lungo, sono in grado di orientarsi attraverso quel luogo e trovarne l’uscita. Riescono anche a ritornarci. Certo, in un labirinto la questione si fa spinosa. Il loro senso dell’orientamento non gli permette di trovare una uscita al labirinto, ma forse la renderà più facile se hanno avuto l’accortezza di osservare bene ciò che li circonda.

Senso del Cacciatore
Interessante questione. Ho chiamato questa loro peculiarità in questo modo perché li aiuta molto nella caccia e nel capire chi hanno davanti. Infatti i Mannari riescono a percepire, come i Lupi, le sensazioni forti che una creatura prova. Che sia Mannara o No. Odio, Amore, Paura, Terrore non sono un mistero per loro che, guardando negli occhi qualcuno, annusandone l’odore (quindi non è necessario entrare in contatto visivo con la creatura in questione), sentono questi sentimenti così forti.

Legame con Gea [Mutazione]
Durante il plenilunio i Mannari raggiungono il loro Legame con la Divinità che è loro Madre e loro Patrona, Gea. Assumono in tutto e per tutto la forma di Lupi, raramente ho visto qualche piccola Volpe. I cuccioli non hanno ricordi di ciò che gli accade durante il plenilunio. La consapevolezza del plenilunio arriva con l’età adulta avanzata e solo gli anziani sono in grado di riconoscere amici e nemici in plenilunio. Per quanto, invece, concerne la Forma Licantropo, tutti i mannari la possono assumere. Cuccioli e Adulti in maniera involontaria in seguito ad una emozione negativa estremamente forte (qualcuno che cerca di distruggere la Natura, una ferita che causa molto dolore, un ira devastante). Gli anziani invece anche in maniera volontaria. [Cuccioli e Adulti possono mutare in forma Licantropo o Lupo fuori dal plenilunio SOLO ED ESCLUSIVAMENTE in presenza di un Guardiano della Fonte del Destino che in quel momento sta masterando la giocata. Il cucciolo/adulto dovrà scrivere prima delle azioni, almeno due in cui la sua ira, il suo dolore salgono. Il Guardiano in questione deciderà se farlo mutare o no. Gli anziani (almeno 2 anni di esperienza in Klotien) possono mutare in forma Licantropo fuori dal Plenilunio con due azioni in cui il Personaggio accresce la propria ira o dolore e altre due in cui la mutazione rispettivamente inizia e finisce. Il Licantropo diviene attivo alla terza azione.]

Malus: Stanchezza da Mutazione, Insofferenza all’ Armatura, Claustrofobia Mannarica, Malus Sensoriale, Impossibilità di usare Armi in Mutazioni;

Claustrofobia Mannarica
A causa della loro natura bestiale e della loro forte instintualità i Mannari non amano affatto i luoghi chiusi e/o troppo affollati , di fatti quando si trovano in questi luoghi per un periodo di tempo troppo prolungato, sentono nascere in loro un forte senso di disagio , che li porta , se costretti a permanere in quel luogo a uno stato mentale alterato tale , da renderli terribilmente suscettibili , incapaci di ottenere una piena concentrazione fino a uno stato di furia vera e propria quando il periodo di permanenza va troppo oltre.

Stanchezza da Mutazione
La mutazione di qualunque genere esso sia provoca un forte choc fisico, tale da rendere il mannaro enormemente debole, fino a renderlo completamente inerme in alcuni frangenti. Questo malus Varia in maniera inversamente proporzionale all’anzianità , ovvero più il mannaro è anziano meno risentirà della Stanchezza da mutazione essendo il suo fisico e la sua mente più abituati ad esso.

Insofferenza all’ Armatura
Come specificato in precedenza i mannari non sopportano troppo gli spazzi angusti o essere costretti in qualche maniera, per questa ragione , oltre che per l’ovvia ragione che provocherebbe danni devastanti nel caso di una mutazione volontaria , un mannaro non indosserà mai (indipendentemente dalla corporazione di appartenenza ) un’armatura più pesante di una cotta di maglia completa o di soli DUE pezzi di armatura a piastre (ad esempio Corpetto e Spallacci , o bracciali e schinieri) e in linea generale tenderà a evitare di far rientrare un elmo tra i pezzi d’armatura che indossa. (al massimo una armatura completa ma in cuoio)

Impossibilità di usare Armi in Mutazioni
Per ovvie Ragioni Fisiche i mannari durante ogni stadio mutativo , che non sia la forma umana i mannari non possono utlizzare armi di alcun genere , unica eccezione a questo è la forma licantropo , in cui il mannaro Anziano può utilizzare (a causa della sua maggiore coscienza in questo stadio ) armi da botta improvvisate quali alberelli Sradicati e Grosse pietre.

VARIE

Stirpi
L’influsso lunare ha molto ascendente sui mannari tanto che a seconda della Luna in cui svolgono una sorta di rito di iniziazione hanno un comportamento e un orientamento caratteriale e fisico diverso. Si narra infatti che i Mannari siano particolarmente legati ai Druidi, unici depositari di ciò che è la venerazione di Gea. Una notte ebbi l’onore ed il coraggio di assistere ad uno di questi riti di iniziazione in cui i Mannari votavano la loro esistenza a questa o quella ideologia. E’ difficile, ovvio, che un Mannaro cambi idea sul suo modus vivendi, ma può capitare, per l’evoluzione della vita. Affascinante mi apparve il fatto che i Mannari, nonostante il loro legame con Gea fossero assolutamente artefici del proprio destino, o almeno è questo che loro credono. Ho voluto chiamare “Stirpi” le varie tritù in cui i mannari si differenziano. Non menzionare la parola “stirpe” ad un Mannaro. Storcerà il suo naso e ti guarderà come si guarda un appestato. Meglio utilizzare il termine “Tribù”. Lo gradirà molto di più. Ecco quindi le quattro Stirpi-Tribù in cui i Mannari si dividono consapevolmente:

1) Críonna [Luna Crescente]
2) Laoch [Luna Piena]
3) Fheabhas [Luna Calante]
4) Sceith [Luna Nuova]

Gli appartenenti alla Stirpe dei Crìonna si presentano come i più moderati negli atteggiamenti, soprattutto nei confronti dei non mannari. Hanno una propensione naturale alle conoscenze e alla socialità. Facile trovare appartenenti di questa stirpe tra i membri delle Corti e delle Gilde Mistiche. La loro inclinazione caratteriale è espansiva e gioviale seppure mai irruenta. Vi sono anche dei casi di Crìonna che si presentano come chiusi agli altri, ma sono molto rare.

Gli appartenenti alla Stirpe dei Laoch si presentano come i più estremisti dei Mannari. Molto legati a Gaia e per nulla inclini alla socializzazione che non riguarda i loro Parirazza, salvo qualche eccezione. Fieri e consci del Loro ruolo di Difensori di Gea essi non frequentano volentieri luoghi estremamente civilizzati e chiusi. Non amano i formalismi degli uomini e hanno un carattere incline alla scontrosità seppure non disdegnino una sana bevuta in compagnia, loro simili.

Gli appartenenti alla Stirpe dei Fheabhas si presentano come persone chiuse e oltremodo riservate. Anche essi come i Crìonna ricercano la conoscenza ma in maniera più teorica e si interessano alla Magia e alle arti esoteriche. Spesso sono i conoscitori e i custodi delle tradizioni più antiche dei Mannari. Non amano in alcun modo la vita sociale ed hanno una propensione naturale ai misteri e a tutto ciò che è nascosto.

Gli appartenenti alla Stirpe degli Sceith si presentano come i più distanti dal Culto di Gaia. Essi infatti spesso rinnegano la loro natura di Mannari vivendola come un Fardello indesiderato. Questo ovviamente non preclude in loro l’istintualità e il legame con Gea che è innato. Sono naturalmente portati alla menzogna e all’inganno, agiscono principalmente per i loro scopi. Si mischiano, con maggiore facilità rispetto alle altre stirpi, tra le altre razze se questo porta a loro frutto. Possono risultare spesso, agli occhi degli altri, i più socievoli tra i Mannari.

MEZZELFI

Allineamento: Neutrale.
Forza: 60.
Mente: 60.

I mezz’elfi nascono da un incrocio tra umani e elfi. Hanno l`ambizione e la curiosità degli umani, e l`amore per la natura ereditato dagli elfi. I mezz’elfi sono diversamente considerati dai loro cugini umani ed elfi. I primi infatti istaurano spesso un rapporto di complicità con loro, e talvolta ne nutrono addirittura invidia,mentre gli elfi tendono a considerarli come un imbarbarimento della loro razza pura. Per questo tra mezz’elfi ed elfi solitamente non corre buon sangue. Fisicamente i mezzelfi hanno ereditato diversi caratteri delle due razze, tra cui una mediazione della longevità: possono vivere infatti fino a 200 anni.

ANATOMIA ESTERNA:

Aspetto: antropomorfo

Altezza : varia tra i 140 e i 185 cm

Peso : tra i 50 e i 95 kg

Epidermide : L`epidermide è di carnagione variabile tra il chiaro e lo scuro in una gamma simile a quella umana

Testa : La testa ha forma allungata. Il colore dei capelli e degli occhi é determinato, in genere, dalla famiglia e dalla prevalenza dell`uno o dell`altro sangue.

Orecchie : sono a punta e minormente affusolate rispetto a quelle elfiche, sebbene mai sproporzionate rispetto al volto.

Sensi :
- Vista: ereditano la percezione sensoriale più sensibile degli elfi, mediata però dalla normale percezione umana. Possono quindi distinguere figure in lontananza, non con la precisione elfica.
- Udito: : ereditano la percezione sensoriale più sensibile degli elfi, mediata però dalla normale percezione umana. Possono quindi distinguere suoni in lontananza, non con la precisione elfica. A differenza degli elfi, resistono bene a rumori forti e improvvisi, e al clangore della battaglia. Risultano però molto più sensibile degli umani ai suoni striduli (fischi..etc)
- Tatto: analogo a quello umano
- gusto: analogo a quello umano
- Olfatto : analogo a quello umano, tranne per gli odori della natura, percepiti in modo più chiaro e veloce.

ANATOMIA INTERNA:
 
Sistema circolatorio: Analogo a quello umano, differisce per una maggiore pressione sanguigna, che permette al mezz’elfo una più veloce rigenerazione delle ferite più lievi.

Sistema nervoso: Analogo a quello umano, eredita la maggiore recettività elfica, e di conseguenza, rende i movimenti dei mezz’elfi più veloci di un comune umano, soprattutto quelli istintivi e di riflesso e difesa.

Apparato respiratorio: Analogo a quello umano.

Apparato Osseo: Analogo a quello umano. Le ossa degli arti sono però leggere come quelle elfiche.
Apparato muscolare: Analogo a quello umano, sebbene sviluppi meno muscolatura di un umano.
Apparato riproduttore: Analogo a quello umano.

Nascita: La procreazione avviene tramite accoppiamento del maschio con la femmina. La gravidanza dura 3 mesi, alla fine dei quali c`è il parto.

Morte : Pur presentando caratteristiche di indubbia resistenza che gli consentono di reagire ai traumi non gravi derivanti da ferite superficiali, non hanno particolari difese contro traumi gravi derivanti da armi. Non presentano particolari capacità rigenerative, sebbene le ferite (solamente le superficiali) guariscono più velocemente rispetto a quelle subite dagli umani e non lasciano segni permanenti. Sono molto soggetti ad infiammazioni agli occhi e all`apparato uditivo e a distorsioni/traumi degli arti.

Carattere : Facendo proprie non solo le eredità (sia dal punto delle caratteristiche fisiche che caratteriali), delle due Razze progenitrici, il Mezz`Elfo è particolarmente predisposto ad un`elevata tolleranza verso le altre Razze ed ha sviluppato un notevole orgoglio per la propria, pur presentando in molti individui le tracce caratteriali delle Razze progenitrici. Avremo così il Mezzelfo studioso e distaccato dal mondo, portato a immergersi nella natura e a malapena conscio di ciò che ritiene non in sintonia con le leggi che la regolano; il Mezzelfo dal carattere saturnino e chiuso o combattivo e pronto ad infiammarsi per un nonnulla. Per tali motivi i componenti della Razza si integrano senza sforzo all`interno delle Gilde e Mestieri cui aderiscono, così come possono rigettare qualsiasi tipo di impegno e godersi semplicemente la vita dedicandosi allo studio delle personalità altrui; passatempo, questo, nel quale eccellono e che dà loro modo di soddisfare un innato senso dell`umorismo dovuto al tratto carattere più rilevante e comune a tutti i Mezzelfi: essere poliedrici.

NANI

Se ti capiterà di camminare per le grandi montagne delle Lande in cui abiti, se ti capiterà di vagabondare per le caverne o di camminare presso enormi ed imponenti costruzioni perfette, sappi, caro lettore, che avrai molta possibilità di incontrare uno di quei “cosi” che vengono chiamati Nani. Credimi, sarà molto difficile, per me, parlare in maniera neutrale ed obbiettiva di queste creature, ma dall’alto della mia infinita conoscenza, troverò certo il modo di presentarli decentemente. Ti chiedi il perché di questa mia benevolenza non propriamente spiccata? Il motivo è molto semplice. Cultura. Alla fine neanche noi Elfi, né i Nani, sappiamo esattamente PERCHÈ ci detestiamo con tanto impegno e dedizione. Ci inventiamo delle scuse che possono andare bene, ma la realtà è che è diventata una consuetudine per le nostre due razze.
Comunque, venendo a noi, un nano è un essere di forma antropomorfa che presenta una struttura fisica estremamente robusta, tarchiata. Non sono affatto alti. Infatti presentano una altezza che va da un braccio a un braccio e quaranta cannelle. Tra maschi e femmine non ho notato una grossa differenza a dir il vero, se non una corporatura più massiccia, nei maschi, ed un petto a dir poco sconcertante per le femmine. La loro pelle è simile a quella umana ma i loro tratti somatici sono molto più rozzi e tozzi. Se vedrete un Nano senza barba, o è una donna (sono molto simili ai maschi) oppure non è un Nano! Questa razza ha una vera e propria venerazione per la propria barba. I maschi passano ore e ore ad acconciarsi la barba in grosse treccie tenute ferme da anelli di un qualche metallo prezioso. Anche alle Femmine di Nano cresce una folta e lunghissima barba, ma di solito tendono a tagliarla o a modificarla in treccine più aggraziate (mi chiedo come faccio ad utilizzare un termine del genere con i Nani, ma preferisco non darmi una risposta).
Nell’immaginario collettivo, i nani vengono visti da tutti quanti come eccellenti minatori, magistrali fabbri e valorosi combattenti in guerra. Per carità, tutte queste affermazioni hanno del vero, ma in realtà c’è molto di più, diciamo. I Nani hanno alcune passioni, alcune attitudini che li squassano letteralmente e alle quali si lasciano generalmente andare. Un esempio chiaro di questa loro peculiarità è la loro avidità e la loro impressionante resistenza alla fatica. Il nano vede la sua ricchezza come una degna ricompensa per la sua degna vita. Questo spiega la loro propensione alla ricerca della gloria e degli onori. Sono molto conosciuti per la bellezza dei loro reami, per la loro fastosità e per i tesori meravigliosi che producono per il commercio o come doni.
Continuando a parlare delle loro passioni, penso sia doveroso citare due passioni dei Nani, ovvero il cibo e la Birra (una bevanda che traggono mischiando alcuni ingredienti come un grano molto scuro, particolare pianta che cresce anche con pochissima luce, di cui ho visto in prima persona delle coltivazioni su terrazze di pietra. Un po’ come la coltivazione collinare). Ho sentito parlare di Nani talmente grassi e tondi, da avere difficoltà a camminare e a fare le scale. Sono quasi totalmente incapaci di avere rapporti con la magia, salvo quella delle rune, che non ti sto a spiegare (non prendertela, lettore, ma loro sono molto chiusi riguardo alle loro tradizioni e io sono peggio) e nei processi di incanto e tempratura dell’acciaio. Nessun fabbro è migliore di un Nano, questo glielo devo riconoscere. Non hanno una propensione particolare per culti mistici anche se, comunque, sono a conoscenza di alcune sette che venerano un qualche Dio. Conoscenza che deriva dal mio studio sui loro pochissimi testi scritti. La loro lingua non è particolarmente facile da studiare in quanto non esistono testi che ne spieghino la struttura e soprattutto perché i testi che si trovano sono spesso privi di riferimenti grammaticali, limitandosi ad una successione di parole che gli studiosi come me devono riordinare in un senso che sia consono.
Utilizzano principalmente armi pesanti come asce e martelli da guerra. Da quello che ho visto hanno una conoscenza molto approfondita delle tecniche di assedio e sono tutti quanti degli ingegneri geniali per quanto riguarda l’architettura e la costruzione di macchine da guerra complicate e funzionali.

ANATOMIA DETTAGLIATA

Sistema Nervoso:
Analogo a quello Umano.
Sistema Scheletrico:
I Nani sono caratterizzati da un Sistema Scheletrico simile a quello umano, tuttavia le loro ossa sono molto più grosse e tozze di quelle di un comune uomo. Mi sono parse corte, anche per la loro statura, il che implicherebbe una massa di carne superiore a quella che avrebbero gli umani. Difficili da spezzare per la loro composizione. Il Cranio dei Nani appare simile a quello di un uomo, ma la scatola cranica è lievemente più grande e un poco più schiacciata sulla sommità, donando un’aspetto tarchiato e rozzo anche alla loro testa.
Sistema Immunitario :
Il Sistema Immunitario dei Nani è particolarmente efficiente, tanto che infatti è molto raro incappare in un nano ammalato, anche se ho notato che questa loro peculiarità si sviluppa con la loro crescita. Pochi veleni naturali riescono a far breccia nel loro sistema, cosa differente si manifesta con quelli Alchemici che agiscono sul loro organismo come su quello Umano.
Sistema Muscolare:
Posso dire, senza ombra di dubbio che la loro struttura fisica è davvero considerevole. Prima ho accennato al fatto che i nani hanno una struttura scheletrica molto simile a quella di un comune Umano. Ma le loro ossa sono corte. Questo apre la possibilità al fatto che essi abbiano una massa di carne e muscoli molto più elevata rispetto alle altre razze, ed avendo più carne e più muscoli dovrei poter dire con una certa sicurezza che sono più forti degli uomini, anche se la compattezza del loro corpo e la solidità di quest’ultimo gli rendono un’agilità molto limitata.
Sistema Cardio-Vascolare
Analogo a quello Umano. Tuttavia ho notato una consistenza molto diversa del loro sangue, infatti è denso, ferroso e opaco. Questo non da particolari squilibri o particolari vantaggi. Ma sono un Elfo molto puntiglioso e mi pare doveroso citare anche questo particolare.

SENSI:

Vista: I nani hanno una vista che è analoga a quella Umana. Anche se, per la loro permanenza all’interno della terra, delle miniere e delle loro case sotterranee, presentano una particolare facilità a penetrare il buio con questo senso.
Olfatto:
Analogo a quello Umano.
Gusto:
Analogo a quello Umano.
Tatto:
Questa razza presenta una pelle molto coriacea. Molti di loro hanno le mani ricoperte di calli per il duro lavoro, di qualsiasi genere esso sia. Così presentano un tatto che non è propriamente efficiente, anzi. Questo, almeno, è quello che ho riscontrato dai miei studi. Se poi ci mettiamo a parlare del paradosso che vede degli esseri come i nani forgiare armi, oggetti, protezioni di una perfezione inaudita, pur non avendo un tatto eccellente e delle mani tozze come tronchi.. Ho giustificato questa loro particolare attitudine con una peculiarità che definisco “Tatto Selettivo”.
Udito:
Analogo a quello Umano.

 

-NUTRIZIONE/SONNO
I Nani, essendo grandi lavoratori e, comunque, esseri ingordi e parecchio fastosi, amano cibarsi con piatti molto semplici ma in quantità spaventose. Hanno bisogno del triplo fabbisogno di un umano per dare sostentamento al loro piccolo ma attivissimo corpo. Inoltre sono amanti e estimatori di una bevanda che è estremamente famosa, la Birra. Scura, per la precisione. Con questa organizzano di tanto in tanto anche dei rituali e, si dice, che i loro Capi dopo le vittorie, si riuniscano in banchetti che possono durare anche alcune giornate e, durante questi eventi, bevano la loro birra migliore mischiata con il sangue dei loro nemici, così che essa prenda un colore lievemente rossastro. Per quanto riguarda il Sonno di queste Creature, posso dire che essi hanno un discreto bisogno di dormire. Il loro sonno è molto pesante e profondo. Dormono circa otto-dieci ore al giorno.

-INVECCHIAMENTO/ETA’ MASSIMA
I Nani non hanno un invecchiamento molto visibile agli occhi di terzi, se non per la colorazione della loro Barba che, con la vecchiaia, cambia lentamente colore fino a diventar candida. Raggiungono l’età adulta verso i cinquant’anni e possono vivere anche fino ai quattrocento anni d’età. Con l’invecchiamento il loro corpo non perde vigore, tuttavia la loro prontezza mentale potrebbe risentirne.

-CARATTERISTICHE:

Forza: Per la loro struttura fisica formata pressoché da ossa tozze e grosse e da una massa notevole di fasci muscolari spessi sono dotati di una forza superiore rispetto a quella degli Umani di ½ .
Agilità/Velocità: I Nani non sono assolutamente veloci, né agili. Infatti presentano una Agilità ed una velocità che sono inferiori rispetto a quelle Umane di 1/3.
Resistenza ai colpi: In questo campo i Nani hanno fama quasi leggendaria. Unici mortali che presentano una resistenza notevole rispetto a quella di un Comune umano. Doppia rispetto a quella degli Uomini.
Resistenza fisica: Anche riguardo a questa peculiarità i Nani presentano una fama più che leggendaria. Durante i miei studi ho constatato, ponendo in contrapposizione un umano allenato ed un Nano allo stesso livello di allenamento, che la resistenza fisica del primo era nettamente superiore. Ho ripetuto sistematicamente l’esperimento con diversi soggetti e sono certo di poter affermare che i Nani hanno una resistenza fisica superiore di oltre una volta e mezzo quella degli Umani.

-PECULIARITA’;

Bonus:

Visione della Tenebra: I Nani possono vedere nell’oscurità con molta facilità, fino a un raggio di dieci braccia, intorno a loro. Nel buio più completo si muovono con molta tranquillità. Questo tipo di visione non permette di percepire i colori, per cui risulta essere in bianco e nero, ma, per il resto, come la comune vista del nano.
Dono del Guerriero: I Nani presentano una predilezione particolare alla Guerra. Il loro sangue denso e ferroso, inoltre, gli permette una rigenerazione delle ferite che è molto più veloce rispetto a quella dei comuni Umani (circa il doppio). E dulcis in fundo posso affermare con una certa sicurezza che i Nani accusano meno danno fisico rispetto ai comuni Umani. Questo Ovviamente non vuol dire che non provano dolore o che non risentono dei colpi portati dai loro eventuali avversari, ma il danno di una qualsiasi arma, su un nano è da considerare diminuito di 2/10 rispetto al normale Uomo.

Malus:

Destrezza Nanica: qualsiasi movimento che si basi sulla flessuosità rappresenta per il nano una prova difficilmente superabile, se non impossibile. Inoltre la loro lentezza nella corsa è proverbiale, tanto da renderli particolarmente ridicoli quando sono costretti dagli eventi a doverla praticare. Questa pare compensata da una certa resistenza, che quindi gli permette di “correre” per lungo tempo ma permane un argomento di sicuro scherno per i membri di questa razza che difficilmente, si sa, hanno uno spiccato senso dell’umorismo.
Luce Infida [SOLO per i Nani del Sottosuolo]: La Stirpe dei Nani del Sottosuolo ha un’apparato visivo simile in tutto e per tutto a quello degli altri Nani. Tuttavia, essendo abituati a vivere al Buio, qualora uscissero fuori dalle loro città nelle ore di luce diurna più forte [//dalle 12 alle 16\\] subiranno una diminuzione della loro vista di 4/10 rispetto a quella Umana.

-VARIE

Stirpi:

Anche questa razza è formata da una serie di individui che possono essere distinti l’uno dall’altro secondo la loro appartenenza alle Stirpi in cui si dividono. Durante i miei studi, compiuti a volte a distanza, a volte cercando un approccio molto psicologico con queste creature ho posto delle domande particolari, sibilline e rigorosamente rispettose, che mi hanno portato a scoprire dettagli interessanti sui Nani. Tre stirpi. Ho potuto dividerli in tre stirpi, anche se si vocifera di una altra stirpe, che non ho mai potuto studiare da vicino, in quanto abita il sottosuolo nelle sue profondità più oscure, a volte troppo pericolose. Li hanno nominati solo alcuni dei più anziani e si sono sempre mantenuti vaghi sulla loro esistenza e la loro indole, ma ho compreso molto velocemente che tra loro non intercorre alcuna benevolenza. Armthron. Questo il nome con cui ho sentito chiamare quegli esseri. Dovrebbe voler dire “Creature del Male”. Come al solito sto divagando, ma non preoccuparti, caro lettore, poiché non vedrai mai uno di questi Nani innanzi a te. Anzi, fai finta che non li abbia nominati.
Noi ci dobbiamo occupare delle tre stirpi visibili sulle Lande: I Nani di Montagna, quelli delle Colline e i Nani del Sottosuolo.

Nani di Montagna [Adnor]: I Nani di Montagna Sono Nani che abitano, appunto, le Montagne, scavando gallerie ben sostenute e creando al loro interno veri e propri reami dalle altissime mura e dalle imponenti strutture. Nascondono le loro città oltre labirinti dall’intreccio quasi inespugnabile e controllato costantemente da alcuni dei loro migliori guerrieri. Sono alti generalmente intorno alle centotrentacinque cannelle e e hanno capelli e pelle più chiari rspetto agli altri nani. Tendono molto ad isolarsi, ma molti di loro fuoriescono dalle Montagne per vivere nelle città, anche se non è il loro ambiente ideale. Questo non comporta malus di alcun genere, comunque. Sono convinti di essere la razza originaria e che da loro discendano tutte le altre stirpi Naniche. A sostegno di questo, trovai dei lunghi trattati che un Saggio Nano di nome Eberk, scrisse molti anni orsono. Effettivamente pare che siano stati loro ad essere creati dalla Roccia, da un Dio che il Saggio non specificò con grande dovizia di particolari.
Nani delle Colline [Ulfgrag]: I Nani delle Colline sono la Stirpe più diffusa nelle Lande che io ho studiato con così tanta pazienza. La loro altezza è variabile, ma non supera le centoquaranta cannelle, il loro peso è quello di un Umano. Le loro caratteristiche fisiche sono in tutto e per tutto come quelle che ho sopra descritto per le linee generali di questa razza. Questi nani, a differenza di molti altri, considerano lo sfoggiare la loro ricchezza una sorta di affronto alle altre genti. Per questo, nonostante siano più che ricchi, tendono a non indossare più di uno o due gioielli e a portare abiti abbastanza semplici seppure lavorati in maniera magistrale. Si mischiano molto bene alla società dei “GambeLunghe” anche se mantengono la loro diffidenza ben alta. I nani, d`altronde, sono molto, molto famosi per la lunghezza del lasso di tempo che si danno per prendere le loro decisioni.
Nani del SottoSuolo [Aknoth]: I Nani del Sottosuolo abitano nelle profondità della terra e sono i più riservati tra i Nani. Rispetto ai loro fratelli sono più snelli e presentano dei colori simili a quelli degli altri. Non è inusuale, tuttavia, trovare Nani delle profondità con capelli di un rosso acceso e con occhi decisamente più chiari di quelli degli altri Nani. Questo, dovrebbe essere una conseguenza del loro abitare nelle profondità, appunto, ove la luce non è certo quella Naturale del Sole, anche se tutti i Nani sono eccellenti ingegneri e tendono a costruire particolare marchingegni (quando non si fanno aiutare dagli Gnomi) che illuminano molto bene le gallerie in cui abitano. Come gli altri nani vedono molto bene al buio, ma rispetto a loro hanno una seria difficoltà a sottostare alla Luce. Niente di che, ma la loro vista è lievemente penalizzata se essi escono dalle profondità durante le ore più soleggiate della giornata.

UMANI

Robusti e delicati, chiari o scuri, vistosi o austeri, primitivi o civilizzati, devoti o empi, gli umani coprono l`intera gamma delle possibilità. Gli umani sono la più versatile, flessibile e ambiziosa delle razze comuni.
Sono diversificati nei loro gusti, princìpi, usi e costumi. Alcuni li accusano di non dimostrare molto rispetto per la storia, ma è più che naturale che gli umani, con la loro vita relativamente breve e le loro culture sempre in evoluzione, abbiano una memoria collettiva limitata rispetto a nani, elfi o gnomi.

ANATOMIA ESTERNA:

Aspetto: L`essere umano è formato da un tronco, due arti inferiori, due arti superiori e dalla testa; tale fisionomia è anche detta "antropomorfa" o "di aspetto umanoide"

Altezza: Gli umani generalmente hanno un`altezza che varia da 1,50 m a poco più di 2,00 m

Peso: il loro peso varia da 55 a 150 kg, con i maschi notevolmente più alti e più pesanti delle femmine

Testa: La testa è formata dal massiccio facciale e dalla scatola cranica, che contiene il cervello. Nel collo decorrono esofago, trachea e alcuni vasi che portano sangue al cervello, e viceversa

Capelli: Il colore dei capelli varia tra quattro toni base: rosso, nero, castano e biondo, allargandosi poi in una vasta gamma di sfumature

Occhi: I colori predominanti degli occhi sono azzurro, castano e verde ma anche essi possono avere varie sfumature

Orecchie: Le orecchie si trovano ai lati della testa

Addome: L`addome posto fra il torace e il bacino, è protetto da una parete muscolare, contiene il fegato, i reni, il pancreas e l’intestino. Le pelvi delimitate dalle ossa sacro e iliache, contengono vescica, intestino, organi genitali interni

Epidermide: L`epidermide di carnagione variabile tra il rosa chiaro e il marrone scuro in una gamma abbastanza varia ma che non si discosta da questi due colori di base. Molti umani hanno una parte di sangue non umano e possono mostrare tracce di elfi, demoni o altre stirpi. Sono spesso vistosi e stravaganti nell`aspetto esteriore e nell`abbigliamento, poiché ostentano bizzarre acconciature, abiti fantasiosi, tatuaggi, orecchini, anelli al naso e simili.

Nascita: La procreazione avviene tramite accoppiamento del maschio con la femmina. La gravidanza dura 9 mesi, alla fine dei quali c`è il parto. Dopo la nascita la madre allatta il figlio attraverso le mammelle in cui viene prodotto il latte. Gli umani si possono riprodurre con le seguenti razze: Umani,Elfi,Mezz’elfi,Mannari

Morte: la morte naturale dell`essere umano è quella per vecchiaia che avviene intorno agli 80-100 anni. Può morire per cause esterne che possono essere di natura patogena, le malattie; o violente, ferite di vario genere.

ANATOMIA INTERNA:

Apparato scheletrico: Lo scheletro, oltre alle funzioni di sostegno: - consente il movimento del corpo tramite le contrazioni muscolari - ha funzioni di protezione degli organi vitali e delle altre parti molli - produce le cellule del sangue - è un`importante riserva di sostanze minerali di vario genere.Lo scheletro del soggetto adulto è formato da 206 ossa, che formano i due segmenti dello scheletro:
- scheletro assiale
- scheletro appendicolare
- cranio, vertebre, gabbia toracica, sterno
- arti (superiori e inferiori), spalle, cintura pelvica
Le ossa vengono suddivise sostanzialmente in base alla loro forma: - ossa lunghe (femore, omero) ossa piatte (rotula, scapola) - ossa corte o brevi (vertebre).Le ossa sono avvolte da una membrana che prende il nome di periostio.Le ossa contengono il midollo osseo, organo implicato nella produzione del sangue.
Sensi:
Vista: I sensi sono 5, la vista, l`occhio è l`organo della vista, è sferico e il suo interno vuoto contiene un liquido. Gli impulsi di luce e di colore che arrivano dall`esterno raggiungono la retina, che è la parte retrostante dell`occhio, attraverso il foro della pupilla. Sulla retina di sono i recettori nervosi che inviano gli impulsi, attraverso il nervo ottico, al cervello il quale rielabora gli impulsi e crea l`immagine
Udito: L`udito, l`orecchio è l`organo dell`udito. Formato dall`orecchio esterno, ovvero il padiglione auricolare; e dall`orecchio interno, ovvero timpano, ossicini e coclea. Le vibrazioni sonore giungono al timpano attraverso il padiglione, il timpano vibra, trasmettendo la vibrazione agli ossicini che a loro volta la trasmettono alla coclea. Nella coclea le vibrazioni vengono trasformate in impulsi nervosi che passano attraverso il nervo cocleo-vestibolare e giungono al cervello che rielaborando gli impulsi permette di percepire il suono
Tatto: Il tatto, all`interno della pelle si trova una grande quantità di recettori nervosi che, quando stimolati, inviano le informazioni al cervello che rielabora dando le informazioni sull`oggetto in questione. Per questo motivo anche senza l`uso della vista, l`essere umano è in grado di riconoscere un oggetto al tatto
Olfatto: L`olfatto, nel naso sono presenti una grandissima quantità di recettori particolari che percepiscono gli odori. Gli odori fondamentali sono 7, tutti gli altri sono composti. Gli impulsi che derivano dagli odori vengono rielaborati nel cervello che immagazzina le informazioni
Gusto: Il gusto, la lingua è divisa in 4 aree fondamentali, ognuna delle quali è composta da specifici recettori che percepisce uno dei 4 gusti fondamentali: sulla punta il dolce; ai lati il salato e l`acido; al fondo l`amaro. Tutti i gusti sono derivati di questi 4 fondamentali
Sistema Cardo-vascolare: Il sistema cardio-vascolare è formato dal cuore e dai vasi di grosso, medio o piccolo calibro. Il cuore, un organo di forma conica che ha sede nel torace, ha la funzione di far circolare il sangue nei vasi. I vasi hanno nome arterie quando portano il sangue dal cuore alla periferia del corpo; il sangue
arterioso è di colore rosso vivo. In seguito a lesione di un`arteria, il sangue uscirà copiosamente, ritmicamente, secondo il battito cardiaco. Le vene sono i vasi che dalla periferia coprorea portano il sangue verso il cuore; il sangue venoso è più scuro di quello arterioso, e in seguito a lesione tende a fuoriuscire più lentamente.
Sistema respiratorio: Il sistema respiratorio, l`organo principale di questo apparato sono i polmoni alloggiati nel torace, hanno consisteza spugnosa e forma vagamente piramidale. La respirazione è essenziale per la sopravvivenza e per la fonazione (capacità di articolare parole). La lesione più temibile è la perforazione di un polmone da parte di oggetti esterni o per frattura di una o più costole.
Apparato digerente: L`apparato digerente, per sopravvivere, la razza umana deve nutrirsi e assimilare il cibo introdotto con l’alimentazione. Questo compito viene svolto dall’apparato digerente, formato da bocca, esofago, stomaco, intestino, pancreas e fegato. L`apparato renale, i reni sono due organi a forma di fagiolo posti nell’addome, la cui funzione è il ricambio e la purificazione del sangue.
Apparato muscolare: L`apparato muscolare e osseo di cui fanno parte i segmenti ossei, il tessuto osseo è il tessuto più denso e rigido del corpo umano. Forma una sorta di impalcatura che permette la locomozione. La rottura di un segmento osseo è relativamente facile e molto dolorosa. Le articolazioni connettono fra loro segmenti ossei diversi, permettendo l`inclinazione di un segmento rispetto a un altro, e di conseguenza il movimento. Contraendosi, la muscolatura determina il movimento. La massa muscolare, maggiore in età giovanile, tende a decrescere nell’anziano.
Apparato riproduttore: L`apparato riproduttore si differenzia tra maschile e femminile. Quello maschile è esterno e formato dal pene e dai testicoli. All`interno dei testicoli avviene la produzione dei gameti maschili: gli spermatozoi. Il pene è l`organo genitale che ha la funzione di far penetrare gli spermatozoi all`interno degli organi genitali femminili attraverso un dotto che lo percorre all`interno. E` formato tra tre strati di muscoli spugnosi ove circola il sangue. Quello femminile è interno e formato da vagina, utero e ovaie e esterno formato dalle mammelle. La vagina è la parte iniziale del condotto che arriva fino alle ovaie. All`interno delle ovaie si sviluppa l`ovulo, che è il gamete femminile. Nell`utero, in caso di gravidanza, si sviluppa il neonato, collegato alla madre attraverso la placenta. Le mammelle si trovano nella parte frontale superiore del tronco, il petto, e sono costituite da tessuto muscolare e sono ricchissime di ghiandole che in caso di gravidanza producono un latte altamente proteico. La parte terminale delle mammelle sono i capezzoli dai quali il neonato sugge il latte
Scatola cranica: Il cervello e midollo spinale, contenuto nella scatola cranica; il funzionamento di questo organo è oscuro sotto molti punti di vista. Tuttavia, una lesione cerebrale può portare frequentemente a morte un individuo, e il cervello deve dunque essere considerato un organo di vitale importanza. Una teoria sostiene che il cervello sia la sede dell’intelligenza e il cuore della forza vitale di un individuo; quale che sia la verità, entrambi gli organi devono funzionare per permettere la sopravvivenza.

VAMPIRI

Mi capitò, durante la mia permanenza nell’Antro Mannarico di sentir parlare dell’odio che queste creature nutrivano per i Vampiri. Fino ad allora non avevo mai incontrato delle creature simili. Così mi feci raccontare dai Mannari i movimenti interiori che li spingevano a far strage di questi. Invero, passarono molti secoli prima che io incontrassi nuovamente un amico, un ragazzo che avevo conosciuto innumerevoli anni prima. Mi stupii nel guardarlo e nel rendermi conto del fatto che quello che stavo fissando era un umano. O meglio, lo era stato. Innanzi a me, si trovava una creatura che non mi fece paura. Piuttosto, mi affascinò terribilmente. Ma si sa. Questo vecchio elfo era ed è assolutamente assetato di conoscenza e, dato che quel ragazzo era rimasto immutato fisicamente nei lunghi secoli della sua vita, mi incuriosì la sua natura. Attraverso lui riuscii a venire in contatto con quello che lui stessi definì il suo popolo. I vampiri.
L`aspetto di un Vampiro è quasi sempre quello di una persona magra, dalla muscolatura asciutta e la pelle pallida. A volte la pelle è così sottile da lasciar intravedere le vene sotto di essa. Sono alti in media come gli umani ma il loro peso è generalmente di gran lunga inferiore. Esseri che non conoscono la morte, ma la vita eterna. Non posso parlarne affrontando questo argomento come se fosse una normale anatomia di una razza vivente. Tuttavia, neanche posso approciarmi a loro definendoli “creature morte”. Infatti credo di poter affermare con una certa sicurezza che essi vivono in uno stadio che definirei “intermedio” tra la vita e la morte, La “non-vita” o anche la “non-morte”. Per alimentare il loro corpo essi non si nutrono di comune cibo, che non riescono ad assimilare. I vampiri, infatti, si nutrono solo ed esclusivamente di sangue umano. Solo umano. Quello delle altre razze non è nutriente per loro ed in alcuni casi può anche essergli nocivo. In un momento connotato da fame oltremodo forte, possono attaccare animali, ma è molto raro che non riescano a conquistare una preda. Per estrarre il sangue dal corpo del malcapitato umano, essi lo mordono nei punti del suo corpo dove i vasi sanguigni hanno una maggior portata. Quindi succhiano dal corpo della creatura da loro scelta il quantitativo di sangue che gli serve per poter sopravvivere. Solitamente, durante il morso di un vampiro il colore dei suoi occhi cambia, assumendo gradazioni che vanno dal giallo oro al rosso scuro.

ANATOMIA DETTAGLIATA

Sistema Nervoso: Il loro Sistema Nervoso è presente e funzionante, migliorato rispetto a quello di un comune umano. Infatti, i loro riflessi e la loro intelligenza sono nettamente superiori. Il cervello, è la seconda parte vitale del Vampiro. Tramite esso, vengon percepite le emozioni, in modo molto flebile e distaccato seppur ci siano stati casi in cui emozioni estreme come odio o amore, siano state avvertite profondamente da un figlio della notte. Il cervello gestisce assieme all` essenza stessa del Vampiro, le capacità motorie di questo, inviando impulsi al corpo e comandandone le azioni.

Sistema Scheletrico: Simile a quello degli esseri Umani. Nonostante questo la consistenza del tessuto osseo risulta essere meno rigida rispetto a quella Umana. Ciò consente all’osso di subire una maggior pressione senza fratturarsi.

Sistema Immunitario: Assente. I vampiri, dato il loro stato di Non-Vita, non necessitano di un sistema particolare che li difenda da malattie o li protegga da avvelenamenti. Infatti, non sono soggetti a malattia alcuna (se non per intercessione di un qualche Dio), né ad avvelenamenti (sempre se non per intervento divino).

Sistema Muscolare: Pari a quello Umano, seppur il concetto di forza non deriva dalla quantità di muscoli del vampiro, ma dalla mutazione che la muscolatura subisce nel passaggio dalla vita alla Non-Vita, che lo ha reso assai tonico ed asciutto, sviluppando una muscolatura di tipo nervoso che permette a queste creature di aver una forza maggiore a quella di un semplice umano.

Sistema Cardio-Vascolare: Il cuore funge da organo principale per la vita del Vampiro. Tramite questo viene smistato il sangue acquisito con il morso. Al momento della mutazione, quest` organo si sposta posizionandosi perfettamente al centro della cassa toracica, protetto dallo sterno, creando un canale diretto con la trachea del figlio della notte. Inoltre esso si ingrossa diventando il doppio rispetto alla sua normale grandezza. Il cuore NON batte, ma si contrae e dilata in modo incostante, ogni volta che il Vampiro ha bisogno di una maggiore quantità di Sangue.

Sistema Respiratorio: Presente, ma totalmente atrofizzato. I vampiri non necessitano di respirare, anche se a volte ho visto qualcuno di loro emulare quei movimenti con il petto.

Apparato Digerente: Presente, ma totalmente atrofizzato.

Sensi

Vista: I vampiri hanno una particolare sensibilità a livello oculare. Infatti essi sono in grado di poter vedere nel buio, qualora vi siano anche flebili forme di luce. Il buio completo, però, non gli permette di poter vedere, se non qualche sagoma.

Udito: Analogo a quello umano.

Olfatto: Se utilizzato (in quanto un vampiro di norma non respira) funge esattamente come quello di un comune umano: percepisce gli odori di ogni oggetto anche se non con la stessa sensibilità di un Umano. Diverso discorso si deve fare nel caso in cui l’odore che il vampiro percepisce sia quello del Sangue. Infatti un figlio della notte riesce a percepire questo odore anche ad una decina di metri di distanza, riuscendo anche a distinguere quale sia l’apporto nutritivo che deriva da un certo tipo di sangue.

Gusto: Nessun sapore viene avvertito, tranne quello del sangue.

Tatto: Pari a quello degli Umani.

Invecchiamento/età massima: L`aspetto del Vampiro diventa immutabile e fermo dal punto di vista dell’invecchiamento nel momento in cui egli diventa un Figlio della Notte. Per il resto dei suoi giorni, ovvero l’eternità, quello sarà il suo aspetto esteriore. Non se ne conoscono le ragioni, ma sembra quasi impossibile segnare in eterno il corpo di un figlio della notte. Perfino i capelli, se tagliati, ricresceranno nel giro di pochi secondi. Tatuaggi, cicatrici et similia spariranno entro qualche giorno.

Nutrizione/Sonno: Il Vampiro si nutre unicamente di sangue Umano. Sebbene la sua preferenza vada a questo tipo di sangue potrà anche trovare sostentamento in altri tipi di sangue che si presentino, tuttavia, simili a quello umano. Diverso è il discorso che si deve fare per quanto concerne l’assunzione di sangue Mannarico. I vampiri possono tentare di nutrirsi con questa tipologia sopraccitata, ma, nonostante essa sia particolarmente gustosa e nutriente può anche rappresentare un’arma a doppio taglio che risulta fatale in certi casi. Non sarà possibile IN NESSUN CASO l’assunzione di più di due sorsi del sangue appartenente ai Figli di Gea. Soltanto una volta completamente esaurito il sostentamento che questi apporteranno (ventiquattro ore), sarà possibile bere altro sangue di Mannaro fino ad un massimo di due sorsi non molto abbondanti per volta (quindi, due sorsi ogni ventiquattro ore). Nonostante l’assunzione del sangue Mannarico avvenga in maniera graduale e a piccole dosi, non capiterà MAI che un Vampiro sviluppi una assuefazione a questa sostanza e una immunità ad essa. Qualora il Vampiro assuma più di due sorsi di questa, morirà dopo una agonia fatta di terribili e lancinanti dolori diffusi in tutto il suo corpo. Per quanto riguarda il Sonno, un vampiro, di media, rimane attivo e vigile per tutto il tempo che va dal calare del sole all’alba del giorno dopo. Egli riposa in uno stato semi vigile per tutto il tempo in cui il sole brilla nel cielo. Questo significa che, durante il giorno, è ASSOLUTAMENTE impossibilitato a muoversi in luoghi aperti o illuminati anche minimamente da fonti di Luce solare. Questo vale nelle taverne, nelle locande, nelle case etcetera. Solo con il buio totale illuminato dalla luce di candele o comunque, artificiale, essi possono sopravvivere durante il giorno. Anche nascosti in un angolo ombroso all’interno di un luogo illuminato dal sole possono incorrere in una morte terribile che li riduce in cenere entro pochi istanti [// tre turni]. Si narra tuttavia, che alcuni vampiri di lignaggio antico riescano a rimaner attivi per giorni interi.

CARATTERISTICHE:

Forza: La forza Vampirica trascende il significato comune del termine “forza. Infatti il quantitativo di forza in un vampiro, non sta nella mole dei suoi muscoli ma nella loro capacità di compiere gesti che sono contemporaneamente veloci e potenti. La conformazione fisica del vampiro permette di utilizzare qualunque tipo di arma e di indossare qualsiasi tipo di armatura.

Agilità/Velocità: I vampiri sono dotati di una agilità e di una velocità nettamente superiore a quella dei comuni umani. Infatti, essa è superiore di quattro decimi rispetto a quella di un Umano.

Resistenza ai colpi: Anche in questo campo i Vampiri sono nettamente più dotati di un comune Essere Umano. Dalla loro hanno una resistenza che è superiore di quattro decimi rispetto a quella degli Uomini. Inoltre, hanno la possibilità di allontanare a loro piacimento il sangue dalle zone colpite, isolandole così dal resto del corpo ed evitando quindi la morte per dissanguamento, a meno che non venga colpito il cuore o il vampiro non riporti una serie di ferite che non gli consentono di controllare a dovere la fuoriuscita del sangue.

Resistenza fisica: Per quanto concerne la Resistenza Fisica, i Vampiri la incrementano con il passaggio dalla vita alla Non-vita. Infatti questa è superiore di sei decimi rispetto a quella di un comune umano e rimane costante fino a che il Vampiro non abbia esaurito le riserve di Sangue accumulate.

PECULIARITA’

BONUS:

Abietto Dominio:
La possibilità di controllare a piacimento le riserve di sangue e spostarle all'interno del proprio corpo secondo il bisogno consente ai vampiri, oltre che di sopravvivere, anche di essere maggiormente resistenti agli sforzi fisici e sopratutto alle ferite da taglio. I vampiri, a seconda del loro grado di anzianità, hanno infatti la possibilità di allontanare il sangue dalla zona della ferita, evitando il dissanguamento. Questo però sarà difficile da impedire qualora il colpo sia inferto al cuore del vampiro o le ferite siano così numerose da rendere inutile ogni tentativo di fermare la fuoriuscita di sangue. Da notare che in nessun modo l'Abietto Dominio sarà utilizzabile per potenziare la forza di un arto, acuire un senso o fornire un qualsivoglia surplus di energia.

Rigenerazione:
I vampiri sono in grado di rigenerare parti del loro corpo qualora esse vengano ferite o amputate. Questa capacità è innata, tuttavia ha bisogno di una evoluzione che coincide con l’età del vampiro e gli è direttamente proporzionale. Per far si che tu la comprenda appieno ti invito, caro lettore, a dare una attenta occhiata ai gradi di anzianità di un Vampiro che mi occuperò di spiegarti fra poco.

Patto Notturno:
Per un’ora ogni dodici ore, i Vampiri sono in grado di assumere la forma di un animale che è notturno (infatti si potranno, comunque, muovere in forma animale soltanto dopo il tramonto e prima dell’alba). Durante questa piccola mutazione essi saranno coscienti ma non avranno il dono della parola. L’animale del quale assumeranno la forma, tuttavia, non li nasconderà dall’essere identificati come Vampiri in quanto i loro occhi saranno comunque rossi e, qualsiasi sia l’animale da loro scelto (sempre lo stesso ad ogni mutazione), avranno un colore molto scuro, tendente al nero. Gli animali nei quali i Vampiri possono mutare sono i Pipistrelli, i Gufi, i Barbagianni e le falene (per la precisione la Acherontia atropos, o “Testa di Morto”).

MALUS:
Indebolimento Sacro:

Qualsiasi terreno consacrato ad una divinità benevola, (un’ aura attorno ad un edificio od il contatto con una reliquia consacrata al bene) indebolirà il vampiro così tanto da renderlo a malapena in grado di difendersi, subirà giramenti di testa e sfocatura della vista. Se il contatto con aree consacrate dovesse prolungarsi, potrebbe addirittura giunger al Torpore.
Ogni incantesimo di natura Benevola e Sacra, infliggerà al Vampiro UN Livello di Danno superiore alla norma ( Un danno Medio diverrà Grave ).

Ignifobia:
Ogni Vampiro sviluppa una terribile paura per le fiamme. In presenza di fiamme incontrollate (incanti mirati sull` eterno, incendi attorno a lui, etc) egli subirà un trauma che sarà inversamente proporzionale alla distanza di queste dal Vampiro (più le fiamme sono distanti, meno sarà la paura che scaturirà da queste). Il terrore più grande, per ogni vampiro p quello di essere avvolto dalle fiamme. Questo perché, qualora succedesse, il fuoco brucerebbe il corpo del Vampiro ad una velocità doppia rispetto a quella alla quella alla quale brucerebbe il corpo di un Umano.

Maledizione del Sole:
Ciò che, sopra ogni cosa, causa una morte veloce e straziante al Vampiro è l’esposizione alla luce del sole, qualunque sia la sua intensità. Durante il giorno, il Vampiro è ASSOLUTAMENTE impossibilitato a muoversi in luoghi aperti o illuminati, anche minimamente, da fonti di Luce solare. Questo vale nelle taverne, nelle locande, nelle case etcetera. Solo con il buio totale illuminato dalla luce di candele o comunque, artificiale, essi possono sopravvivere durante il giorno. Anche nascosti in un angolo ombroso all’interno di un luogo illuminato dal sole possono incorrere in una morte terribile che li riduce in cenere entro pochi istanti [//All’aperto: al terzo turno si è già cenere, a prescindere dalla nuvolosità. Al Chiuso: Dal 7 turno incluso, entro tre azioni si è cenere].

VARIE:

Seppure l'invecchiamento non venga inteso nel senso fisico del termine (l'aspetto rimane simile a quello che il non morto aveva durante la vita), il trascorrere degli anni ha comunque un significato profondo per l'esistenza di un vampiro. E' con il fluire degli anni, infatti, che il vampiro acquisisce maggiore consapevolezza del suo stato, imparando a sfruttare appieno le nuove caratteristiche che la sua condizione gli dona ed affrancandosi sempre più dalla sua razza originale. Per questi motivi ho ritenuto utile classificare i vampiri non secondo le loro stirpi, che comunque non sono rintracciabili, ma secondo la loro età.

Vampiri giovani [//fino al sesto mese dopo il cambio razza]: sono coloro che da poco tempo hanno ricevuto il dono dell'immortalità. Essi risultano ancora sospesi, sia fisicamente che psichicamente, in una sorta di limbo fra la loro razza originaria e la razza in cui sono mutati. Pertanto risulteranno ancora incapaci di comprendere appieno la loro nuova natura e tenderanno ad assumere comportamenti simili a quelli tenuti durante la vita. Sentimenti come amore, amicizia e dolore saranno ancora sentiti come propri seppure il giovane vampiro inizi a comprendere come queste sensazioni non facciano più parte del suo bagaglio.
Allo stesso modo il neo vampiro incontrerà seri problemi nel governare il proprio corpo, in particolar modo la distribuzione del sangue ed il controllo delle riserve. La prima sarà ancora inefficiente e dispersiva e questa inesperienza porterà il vampiro a facili stati di prostrazione fisica, mentre il secondo sarà allo stesso modo privo della necessaria efficacia e costringerà il figlio della notte ad un nutrimento costante il più delle volte addirittura giornaliero, pena il torpore e la morte ultima.

Vampiri anziani [//dal sesto fino al quindicesimo mese dopo il cambio razza]: il vampiro anziano ha ormai preso le distanze dalla sua razza precedente, allontanandosi anche dai sentimenti che lo contraddistinguevano. Egli pertanto si troverà in uno stadio centrale della propria esistenza e risulterà incapace di provare o di esprimere sentimenti seppure possa tentare, il più delle volte con scarso successo, di imitare comportamenti che gli furono propri. Il principio ordinatorio della sua non vita sarà la soddisfazione dei propri bisogni alla quale il vampiro provvederà con i mezzi che ritiene più consoni alla sua indole.
Avrà affinato, nel frattempo, la cognizione del proprio corpo, imparando a gestire il controllo del sangue e delle sue riserve in modo tale da non affaticarsi più con facilità seppure intensi sforzi anche di breve durata lo possano spossare tanto da costringerlo ad un reintegro immediato del sangue utilizzato senza che egli, comunque, corra il pericolo di entrare in torpore.

Vampiri antichi [//dal quindicesimo mese in poi]: rappresentano la sublimazione della razza e la massima espressione delle sue caratteristiche. Il vampiro antico calcherà il mondo come un palcoscenico dove, da consumato teatrante, riuscirà ad imitare alla perfezione gli stati d'animo e le emozioni umane pur vivendole con assoluto e quasi ascetico distacco. Avrà il controllo assoluto del proprio corpo tanto da poter passare intere giornate senza nutrirsi e sopravvivere comunque, compiendo nel frattempo anche sforzi di considerevole entità che compenserà spostando a piacimento il sangue da una parte all'altra del corpo, ottimizzando così le riserve ed il loro utilizzo.

BONUS

Rigenerazione tessutale: in caso di ferite lievi o profonde, fratture ossee o amputazione di parti del corpo, il vampiro ha la possibilità, mediante la consumazione di parte della sua riserva di sangue, di rigenerare la parte lesa o mancante. A completezza di ciò è necessario aggiungere che la capacità di una corretta guarigione dipende dall'anzianità del non morto. Ho avuto l'opportunità di esaminare a fondo questa capacità in vampiri di differente età e ne ho tratto le seguenti conclusioni:

Vampiri giovani: sono capaci di rigenerare solamente piccole parti del corpo e guarire piccole ferite preferibilmente poco profonde. L'uso di questa abilità li condurrà però ad una condizione di serio affaticamento che li costringerà a rimanere immobili o scarsamente attivi per tutta la durata della rigenerazione, pena il rischio di torpore. Saranno pertanto del tutto incapaci di rigenerare arti amputati e anche le ferite di lieve entità necessiteranno, per guarire, di tempi che vanno da un minimo di 1 giorni ad un massimo di 3 giorni in caso di serio deperimento fisico.

Vampiri anziani: hanno la capacità di rigenerare correttamente ferite di media-grave entità e arti amputati solo se quest'ultimi risultino nuovamente attaccati al corpo. Nel caso non debbano sottoporsi a sforzi intensi durante la rigenerazione delle ferite, queste guariranno in tempi brevi quantificabili in 1 giorno per le ferite meno gravi e 4 giorni per quelle più gravi. Gli arti amputati, al contrario, riacquisteranno vitalità e funzionalità dopo almeno 8 giorni, sempre che lo stile di vita del vampiro non preveda eccessivi sforzi.

Vampiri antichi: posseggono la facoltà di rigenerare in tempi brevi e anche sotto sforzi di media entità, le ferite più gravi. Hanno inoltre la capacità di generare nuovamente un arto amputato anche se la parte troncata sia andata perduta. Questa facoltà, tuttavia, richiederà l'uso di quasi tutte le riserve di sangue disponibili, costringendo il vampiro ad uno stato di semi immobilità. I tempi di rigenerazione vanno da poche ore per le ferite più lievi fino a 4 giorni per quelle più gravi. Maggiore sarà invece il tempo richiesto per la genesi di un nuovo arto o parte di esso: si parla infatti di 30 giorni circa.



Lo Studio del Tomo di Idrìl Aaènarion ancora in fase di svolgimento, Alcune razze possono essere incomplete o completamente mancanti.